I 700 lavoratori sentono aria di licenziamenti e sperano in un’ ulteriore proroga di 9 mesi della cassa integrazione chiesta alle istituzioni. Un problema che si trascina da anni
Ancora un altro mese per tirare a campare, scadenza il 31 marzo prossimo, per i 700 dipendenti dell’ex calzaturificio Adelchi. La deroga straordinaria della cassa integrazione regionale prorogata a metà dicembre scorso scade infatti fra 30 giorni. E dopo cosa succederà? Una situazione drammatica che rischia di lasciare sul lastrico centinaia di famiglie senza lavoro, a meno che in extremis non venga fuori una soluzione politica ed economica per i lavoratori.
Intanto i cassintegrati non stanno a guardare, ma sono seriamente preoccupati per il futuro del loro lavoro e delle rispettive famiglie. “Il 27 gennaio scorso abbiamo chiesto con forza e determinazione, per non dire rabbia -sottolinea il Comitato degli operai “Michele Frascaro”-, una ulteriore proroga di 9 mesi della cassa integrazione regionale per non vederci schiacciati dopo il 1° aprile. Siamo ancora fiduciosi di entrare a far parte dell’accordo di programma del Ministero del Lavoro per poter usufruire degli ammortizzatori sociali e riprendere il nostro lavoro non precario, ma duraturo nel tempo. Non possiamo andare avanti -ribadiscono i lavoratori- sempre a singhiozzo col patema d’animo che ci angoscia ogni mese”. Il Comitato comunque rimane sempre presente e vivo nel territorio, seguendo passo dopo passo, questa drammatica vicenda, che non si riesce a sbloccare definitivamente. “I politici e le istituzioni devono comunicare a chiare lettere -concludono gli operai- se veramente intendono affrontare con coscienza, senso di umanità e impegno l’annoso problema che si trascina da anni”.
Un futuro incerto e nebuloso per una strada tutta in salita dunque, con una crisi del settore che ha lacerato un vasto comparto del territorio ed è per questo che occorre individuare soluzioni chiare per un rilancio produttivo del distretto. Una vertenza destinata ancora a navigare in alto mare, secondo i cassintegrati, con tutte le conseguenze che ne deriveranno. Tutti intendono conoscere le verità e al bando le parole, promesse, incontri e assemblee, poiché sino ad oggi si è registrato solo una perdita di tempo soprattutto con gli imprenditori. Con questo pensiero gli operai abbandonano a notte fonda piazza Pisanelli di Tricase per rincasare.
Giovanni Nuzzo