L’ALLARME LANCIATO DALL’ASSESSORE REGIONALE AL WELFARE
Quasi 51mila cassaintegrati pugliesi, di cui circa 7mila salentini, rischiano seriamente di non ricevere le proprie indennità. E per molti di loro si prospettano mobilità e licenziamenti
Una doccia fredda per i cassaintegrati pugliesi. Il Governo non ha più le risorse necessarie per concedere alla Regione altra cassa integrazione in deroga. La notizia è stata comuniacta dall’assessore regionale al Welfare Elena Gentile nel corso la riunione da lei convocata martedì scorso presso la Presidenza del Consiglio regionale. Alla presenza dei rappresentati di Confindustria Puglia, l’assessore ha spiegato come i Ministeri del Lavoro e delle Finanze non sono più in grado di coprire il fabbisogno di cassa integrazione nemmeno per l’anno in corso, mentre la Regione sta diffidando le Province nel formulare altre richieste di cassa in deroga.
La situazione al momento è drammatica, ma non è ancora tutto perduto; sembra infatti che il Ministero del Lavoro si sia preso altri 7 giorni per valutare possibilità e soluzioni per un ultimo e rischioso sforzo. Se le prospettive dovessero però venire confermate, si paleserebbe una realtà sempre più preoccupante: slitterebbero infatti i pagamenti per chi è ancora in cassa integrazione (tra l’altro già bloccati dopo la sospensione dell’Inps), mentre sarebbero molte le aziende costrette a provvedere a messe in mobilità e licenziamenti già prima della fine dell’anno.
I numeri danno poi un quadro più chiaro della drammaticità della situazione: la nostra regione conta ben 50.926 lavoratori in cassa integrazione in deroga (cifra aggiornata al 16 ottobre scorso), di cui 7.180 residenti nella provincia di Lecce, e le richieste sono in aumento. Dalle 1.967 domande registrate ad aprile si arriva alle 2.433 presentate fino a dicembre; il monte complessivo raggiunge poi ben oltre 25 milioni di ore e, considerando un costo medio di 10 euro all’ora, il costo totale supera di gran lunga i 250 milioni di euro.
Se si conosce il problema, almeno è stata individuata anche la causa: tutto risalirebbe al buco di 246 milioni emerso durante la riunione tenutasi a Bari lo scorso 25 ottobre e risultante dai mancati versamenti del biennio 2009-2011 -circa 136 milioni-, più la differenza tra lo stanziamento ministeriale di 140 milioni e il già citato reale fabbisogno di 250 milioni.
Come stabilisce la legge, la cassa integrazione in deroga deve essere coperta dallo Stato per il 60%, mentre il restante 40% spetta alle Regioni; il governo dovrebbe quindi versare un totale di oltre 147 milioni di euro, denaro che i Ministeri di Lavoro e Finanza hanno affermato di non avere a disposizione.
Intanto, i lavoratori sono sul piede di guerra e non sono escluse pesanti manifestazioni di protesta se nei prossimi giorni non giungeranno risposte dall’incontro che il Prefetto di Lecce ha convocato questo venerdì con i parlamentari salentini.
Alessandro Chizzini