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“Caporalato e ricatti sul lavoro, con paghe da fame”

I responsabili della Cgil Lecce denunciano le vessazioni contro i lavoratori stagionali extracomunitari ospitati presso la masseria Boncuri 
 
Al fianco dei lavoratori migranti stagionali e contro lo sfruttamento ed il caporalato nei campi di Nardò. I responsabili della segreteria confederale di Cgil Lecce Antonella Cazzato e della segreteria generale Flai Cgil Lecce Antonio Gagliardi nei giorni scorsi si sono recati al campo accoglienza di Boncuri, dove hanno raccolto le voci di ribellione e di rivendicazione di condizione dignitose di lavoro lanciate dagli ospiti del centro. Un sopralluogo che ha permesso ai due sindacalisti di riscontrare situazioni di “ricatto sul lavoro con paghe da fame” e condizioni igienico sanitarie non delle migliori. 
“Appena arrivati a Boncuri -scrivono i due esponenti della Cgil in una nota stampa- siamo stati circondati dai lavoratori ospitati nel centro. Tanti, perché quest’anno la crisi delle angurie ha portato lavoro per pochi”. Tante le lamentele raccolte, ma su tutte la più insistente riguarda il caporalato che tutti i lavoratori sono costretti a subire. “Ogni lavoratore -spiegano Cazzato e Gagliardi- per il solo fatto di essere stato scelto deve 3 euro al caporale. E in più ci sono altri 5 euro a testa da pagare per il trasporto sui campi”. 
Per la crisi delle angurie pochi di questi migranti hanno lavorato come si attendevano di fare quando sono arrivati nelle campagne neritine, ed ora 400 di loro cercheranno di recuperare con la raccolta dei pomodori iniziata dal qualche giorno. “Le testimonianze dei lavoratori -scrivono ancora Cazzato e Gagliardi- raccontano un vergognoso sfruttamento. Generalmente non hanno contratto, oppure avviene spesso che ad un contratto, intestato a un lavoratore regolare, corrispondano in realtà due lavoratori sui campi. I quali però sono stanchi di lavorare in queste condizioni. Guadagnano 3,50 euro a cassone (circa 100 kg di pomodori e per riempirlo ci vuole un’ora di dura fatica, ndr) mentre al caporale invece un cassone viene pagato dai 12 ai 15 euro”. 
È così che una settimana fa è stato deciso di dire basta e di resistere alle continue vessazioni. La loro rivendicazione li ha portati a chiedere l’aumento del corrispettivo per ogni cassone raccolto, 6 euro per i pomodori grandi, 10 per quelli piccoli. “I lavoratori rivendicano anche maggiori controlli, tutele e diritti -fanno sapere dall’organizzazione sindacale- e la Cgil e la Flai Cgil Lecce si schiera al loro fianco. Abbiamo da tempo proposto a Provincia e Prefetto una piattaforma che preveda il collocamento dei lavoratori migranti stagionali in agricoltura tramite i Centri per l’impiego, unica forma per contrastare il caporalato, ma nulla ancora è stato fatto. Così come sono rimaste disattese le richieste di dotare i lavoratori che soggiornano a Boncuri dell’acqua calda, per prevenire patologie bronco-polmonari, o di giubbotti catarifrangenti da utilizzare nel tragitto che, fuori dal centro, li porta a Nardò. Il lavoro interlocutorio che ci ha visti impegnati -concludono dalla Cgil- speravamo potesse portare quest’anno a condizioni di permanenza e di lavoro più dignitose. Così non è stato”. 
 
Daniele Greco