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A qualcuno piace calda

L’estate 2011 sarà ricordata anche per il gran caldo che sta contrassegnando questa fine di agosto e il bel tempo che, secondo gli esperti, ci attende nel mese di settembre. Un fenomeno che, con il passare degli anni, tenderà ad essere la norma. A giovarsene non solo le famiglie ma anche il comparto turistico, che vedrebbe allungarsi notevolmente il periodo di attività, anche se occorrerebbe una migliore programmazione al fine di destagionalizzare l’offerta 
 
“Cerco l’estate tutto l’anno”, cantava Adriano Celentano qualche anno fa. E parafrasando il senso delle parole del “Molleggiato” si potrebbe dire che basta fare un salto nel Salento per godere di condizioni climatiche favorevoli fino a metà settembre. Quello che sta accadendo quest’anno infatti rientra, a quanto pare, in una situazione che sarà di assoluta normalità negli anni a venire. Caldo, caldo e ancora caldo: un tema sul quale si dibatte da anni, ma che adesso trova la sua ragione d’essere in un clima privilegiato per i turisti e per chi opera punto di vista economico e salutare. Se infatti con l’arrivo di Ferragosto, la famosa “rottura” autunnale aveva anche una funzione preparatoria alla successiva stagione fredda, ora tutto è rimescolato, tutto diventa molto più imprevedibile nella programmazione dei ‘travet’. 
Tutto cambia e, dal punto di vista turistico la seconda metà di agosto vale come la prima, i giorni di settembre -mese da sempre dedicato dalle famiglie al rientro a scuola- può essere considerato un trampolino ideale per realizzare vacanze meno caotiche (e più economiche) di quelle dei periodi clou, cioè luglio e agosto. 
In questo solco si inserisce anche la proposta presentata al Senato dalla presidente di Io Sud, Adriana Poli Bortone (nella foto) che in un emendamento alla manovra predisposta dal Governo, auspica che si arrivi a posticipare l’inizio dell’anno scolastico al 1° ottobre in tutte quelle regioni a vocazione turistica. “L’intervento -secondo la Poli Bortone- è necessario, in questo momento di crisi, per venire incontro alle esigenze degli operatori del turismo, per favorire una destagionalizzazione dei flussi e potrebbe essere un incentivo all’economia dell’intero Paese. Si tratta di una proposta antica ma che oggi diventa sempre più attuale e fattibile anche perché con la soppressione delle festività, prevista dalla manovra, si recupereranno dei giorni di scuola e si potrà pertanto rimanere nei parametri minimi imposti dall’Unione europea”. 
La senatrice sottolinea che, su questo, nessuno dovrebbe avere dei tabù: “Io ricordo che 40 anni fa la scuola riprendeva a ottobre. Si potrebbero trovare delle ampie convergenze in Parlamento, è una misura utile, che potrebbe essere attuata in tempi rapidi così da poter entrare subito in vigore”. 
Una proposta che dovrà essere vagliata attentamente e che potrebbe essere attuata anche in progressivamente nei prossimi anni.  Se porterà effettivamente un vantaggio alle categorie commerciali è difficile dirlo a priori ma una cosa è certa: di certo c’è chi sarà contentissimo di rientrare più tardi tra i banchi, cioè i tanti studenti che, com’è noto, vorrebbero che le vacanze non finissero mai. 
 
 
“Caldo africano fino a domenica. Poi temperature via via sempre più miti”

Di solito,  dopo metà agosto è facile assistere alle cosiddette “rotture stagionali”, con i primi transiti di fronti freddi ed instabili che vanno a segnare l’inevitabile declino dell’estate. Eppure, non è la prima volta che accade che sempre più spesso onde di calore caratterizzano le fasi conclusive d’agosto. 
Difatti, una possente onda di calore nord-africana post-Ferragosto caratterizzò ad esempio il 2000: la vampata sahariana durò circa 10 giorni, con le punte termiche più alte misurate in Sardegna dove si raggiunsero oltre +45°C. Non così dissimile nemmeno l’andamento dell’agosto 2001, con un’onda di calore dopo metà mese che penalizzò la penisola Iberica, la Francia e nord  Italia. Per non parlare poi dell’estate 2003, ricordata come la più calda in assoluto mai vissuta a memoria d’uomo, con un continuo protrarsi del caldo per settimane quasi senza soluzione di continuità. Il picco apicale di quell’estate si registrò nei primi 12 giorni d’agosto, con una lunga serie di record letteralmente disintegrati soprattutto in Italia, ma anche ovviamente sull’Europa occidentale dove ci furono migliaia di morti. Altra estate da ricordare, quella dello scorso anno ritenuta climaticamente la 14esima più calda dal 1800, con un’anomalia trimestrale pari a +0.97°C. 
Ciononostante, ogni estate fa storia a sé. Quella di quest’anno non ha certo eccelso in fatto di caldo, con qualche sporadica breve fiammata e le peripezie del mese di luglio; la svolta, però, c’è stata alla vigilia di Ferragosto, quando ormai si considerava la stagione estiva nell’inesorabile declino: è stato sufficiente che una goccia fredda (“depressione”) affondasse in Atlantico appena al largo del Portogallo e del Marocco, per innescare il facile richiamo verso Nord di masse d’aria roventi che, stazionando sino ad allora nell’entroterra nord-africano, facilitavano il continuo succedersi di flussi d’aria fresca nord-atlantica sul nostro Paese. 
Il rafforzamento del promontorio anticiclonico africano, derivante dall’insistenza della depressione portoghese, non ha fatto altro che esaltare ulteriormente gli effetti dell’onda di calore, con i patimenti di questi ultimi 10 giorni che hanno interessato anche il Salento laddove, nonostante la ventilazione dai quadranti settentrionali, non ha impedito al termometro di sfiorare i +40°C (all’ombra) specie nelle zone interne. 
Ma quando finirà questa canicola? Nel momento in cui scrivo, i modelli analizzati indicano i primi cenni di cambiamento lungo l’arco alpino in questo fine settimana con le prime infiltrazioni d’aria umida che decreteranno un chiaro sintomo dell’indebolimento anticiclonico. Per un cambiamento più importante bisognerà aspettare probabilmente la metà della prossima settimana, quando la bolla africana tenderà ulteriormente ad arretrare verso Sud, dando così spazio ad un ingresso di masse d’aria più fresche che tenderanno gradualmente a riportare i valori termici vicini alla norma stagionale, con i primi temporali termici sulla catena appenninica. 
Quindi, la fine del caldo dovrebbe avvenire per gradi e senza nessuna penetrazione perturbata così organizzata e tale da provocare un vigoroso e repentino ricambio di circolazione, poiché lo scudo anticiclonico pur perdendo il supporto dell’alimentazione africana, potrebbe prolungare le ultime resistenze sul Salento anche a settembre, per la gioia degli operatori turistici salentini. 
 
Luigi Merico 
Meteorologo – European Geophysical Society