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Ferie di lusso

Mentre l’Italia tira la cinghia e c’è chi non ha uno straccio di lavoro (oppure è precario), il Comune di Galatina “rimborsa” ad un ex dirigente 67 giorni di ferie non godute con oltre 22mila euro, un altro ex dirigente 35mila per 105 giorni, e così via. Il tutto alla faccia della crisi
 
Un segretario generale, 6 dirigenti e 19 funzionari, oltre ovviamente agli impiegati. Questa la pianta organica necessaria a far girare la macchina burocratica del Comune di Galatina. I dirigenti comunali possono contare su stipendi di tutto rispetto, oltre a privilegi che li collocano a pieno titolo tra i “titolari” dell’ennesima casta. Ovviamente, la situazione non riguarda i dirigenti di una singola amministrazione -il problema è generale- e, secondo i mugugni dei politici, frutto della legge Bassanini, che ha voluto togliere alla politica la parte gestionale dando ai dirigenti un’autonomia che alla fine ha generato situazioni di privilegio. E non solo. Non sono infrequenti i casi di politici non sempre all’altezza dei compiti che la vita istituzionale richiede. E allora? Si ritrovano “mani  e piedi”, come si suol dire, alla mercé delle scelte dei burocrati. E anche questo non riguarda una singola amministrazione.
L’ultima chicca? Le richieste, per decine di migliaia di euro, che tre ex dirigenti (Luigino Sergio, Giuseppe Tundo e Angelo Calabretti) e un ex funzionario (Donato Tundo) hanno avanzato all’Amministrazione comunale di Galatina per ferie non godute. Mediamente un giorno di ferie non godute ha fruttato a questi “poveri” lavoratori circa 350 euro al giorno. Somme che fanno salire il sangue agli occhi a chi tira la cinghia, a chi non ha uno straccio di lavoro, a chi vive da precario e le ferie non può farsele, e nessuno gli rimborsa un bel niente. La crisi economica sempre più feroce, oltre alle manovre finanziarie che calano come una mannaia sui bilanci delle famiglie, rendono oltremodo indigeste le situazioni di privilegio: insomma, la richiesta di queste somme, per una manciata di giorni trascorsa in ufficio piuttosto che al mare, ai più paiono cosa esagerata. 
Ma la domanda che corre di bocca in bocca ha un punto interrogativo grande quanto una casa: quale sarà stato il “super lavoro” che ha obbligato i dirigenti a rimanere inchiodati alla sedia senza poter mettere il naso fuori dall’ufficio? Se a questo aggiungiamo che a queste prime richieste potrebbero seguirne altre perché il gran numero di ferie non godute è un “tesoretto” accumulato da quasi tutti i dirigenti comunali e dai funzionari, allora davvero son dolori per le esangui casse comunali. 
Se anche l’ultima richiesta di pagamento di ferie non godute, giunta a Palazzo Orsini, dovesse essere pagata si arriverebbe a un esborso di poco meno di 150mila euro in un anno: un’autentica mazzata per le casse comunali. Intanto, il segretario generale Angelo Caretto ha attivato interventi per arginare il problema: dal badge anche per i dirigenti, a una direttiva per disciplinare le ferie, ma intanto il danno è fatto. 
 
Maddalena Mongiò