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Biostabilizzatore, emergenza rientrata (per ora)

L’ennesimo ritardo degli stipendi ha fatto di nuovo alzare la voce ai dipendenti della Cogeam. Minaccia sventata, ma la situazione resta delicata
 
Anche se ultimamente assente dalle cronache, rimane alta la tensione in merito alla questione rifiuti salentina e intorno all’impianto di biostabilizzazione di Poggiardo; nessun problema tecnico riguardo l’attività di raccolta e smaltimento in sé, ma la piaga è ancora una volta di ordine economico. Negli scorsi giorni i dipendenti del biostabilizzatore Cogeam, insieme ai colleghi degli impianti di Cavallino e Ugento, hanno minacciato lo stop dei lavori per il mancato pagamento della mensilità di dicembre da parte della stessa azienda; una minaccia rientrata quasi immediatamente, ma che ancora una volta ha messo in luce una poco piacevole situazione dalla quale ancora non si riesce a uscire: esistono ancora numerosi comuni morosi nei confronti delle Ato (anche se abrogate e istituite ora su base provinciale), in particolare quelli dell’Ato Le/2, le quali a loro volta continuano ad essere debitrici dell’azienda che non ha così possibilità di pagare i propri dipendenti. 
Un circolo vizioso che già in passato ha creato disagi e disservizi più o meno gravi. A dimostrazione della serietà della protesta dei lavoratori, lo scorso 26 gennaio è stata convocata un’assemblea in Prefettura alla presenza del presidente provinciale Antonio Gabellone, dei tre ultimi presidenti delle Ato e dell’assessore regionale alla Qualità dell’Ambiente Lorenzo Nicastro. Nell’occasione è stato richiesto l’intervento delle Regione ma sono stati anche ricordati i numeri di questa emergenza: i comuni sono debitori di circa 20 milioni di euro, mentre l’ente regionale ne deve 5 alle imprese. Assenti all’assemblea i sindaci o quanto meno i rappresentanti dei comuni coinvolti. 
Questo stato rischia di permanere ancora per tanto tempo e quindi non è escluso che i dipendenti di Poggiardo e non solo, possano inscenare nuove e più pesanti forme di protesta, mettendo per l’ennesima volta a repentaglio il normale processo di smaltimento dei rifiuti. “Ai lavoratori va tutta la nostra solidarietà -afferma l’assessore comunale all’Ambiente, Alessandro De Santis- perché sono l’anello debole della catena, ma ancora di più forse lo sono i cittadini che pagano correttamente la Tarsu senza sapere quale sia il corso di questo denaro”. 
 
Alessandro Chizzini