I comuni interessati, Nardò e Porto Cesareo, rinunciano al progetto di ampliamento: “Costa troppo”. Legambiente: “Noi gestiremmo l’area a costo zero”
Si torna a parlare del progetto di ampliamento dell’area Marina Protetta di Porto Cesareo fino a Portoselvaggio. È dei giorni scorsi la lettera con la quale i sindaci di Nardò e Porto Cesareo, il presidente della Provincia Antonio Gabellone e il presidente del Consorzio Area Marina Protetta Rocco Durante, hanno comunicato al Ministero dell’Ambiente la volontà di rinunciare al progetto per mancanza di fondi. Una decisione che non è scesa giù agli ambientalisti, che temono possa essere una scusa per sottrarre la zona a maggiori controlli ed esporla alla cementificazione.
Sulla vicenda è intervenuta Legambiente: “Se il problema è di natura economica come dicono, Legambiente è pronta a fare la sua parte -dichiarano Francesco Tarantini e Sebastiano Venneri, rispettivamente presidente di Legambiente Puglia e responsabile mare Legambiente nazionale- e si dice disposta a gestire l’area con propri mezzi economici e proprie risorse umane, come già accade nel parco regionale di Punta Pizzo”. Si registrano le reazioni anche della politica. Mino Natalizio, assessore all’Ambiente nella passata amministrazione comunale neretina, lancia una proposta: “Basterebbero poche migliaia di euro per raggiungere lo scopo, che potrebbero essere individuate anche attraverso proventi per il rilascio di autorizzazioni per lo svolgimento dell’attività subacquea (che nel tratto oggetto di ampliamento sono attività molto praticate); e ancora fondi derivanti dal rilascio di autorizzazioni per la pesca sportiva; proventi derivanti dalla vendita di gadget e svolgimento di altre attività; entrate per sanzioni amministrative; finanziamenti comunitari”.
Alla proposta di Natalizio è seguito un comunicato di Mino Frasca, consigliere provinciale del Pdl che promette di portare la questione a Palazzo dei Celestini, condividendo le proposte di Legambiente e dello stesso Natalizio.
(S.M.)