Cerca

A tutto Gas

Nei giorni scorsi la Regione Puglia ha approvato una legge che promuove l’attività dei Gruppi d’acquisto solidale (Gas), nati spontaneamente per acquistare prodotti ad un prezzo inferiore e di qualità più alta, direttamente dai produttori. Un modello di consumo consapevole che dal 2003 funziona bene anche nel Salento 
 
È la nuova frontiera del “consumo collaborativo”, ma al tempo stesso la risposta più spontanea e democratica dei consumatori rispetto a un mercato che, nonostante le innovazioni introdotte dalle recenti normative nazionali ed europee, non consente ancora di controllare completamente la qualità e la tracciabilità dei prodotti di consumo. A questo si aggiunga la necessità di un risparmio economico per cittadini con sempre meno risorse a disposizione per gli acquisti a causa della crisi.
Stiamo parlando dei Gruppi di acquisto solidale (Gas), ovvero gruppi di acquisto organizzati spontaneamente, che partono da un approccio critico al consumo e che applicano il principio della solidarietà nei propri acquisti (principalmente prodotti alimentari o di largo consumo), la cui storia inizia in Italia nel 1994 a Fidenza (nel 1997 nasce la Rete di gruppi d’acquisto). Questi gruppi si sono diffusi sempre più negli ultimi anni nel ostro Paese, riprendendo e migliorando l’esperienza dei farmer’s market (in cui i produttori vendono i loro prodotti direttamente al pubblico, garantendone la qualità).
Il 5 novembre 2007 la Commissione di Bilancio del Senato ha approvato un emendamento alla legge finanziaria relativo agli aspetti fiscali dei Gas, secondo cui l’attività di acquisto e distribuzione agli aderenti al Gruppo costituisce attività “non commerciale”. E la settimana scorsa in Regione Puglia è stata approvata una legge a favore dei Gruppi d’acquisto solidale dal titolo “Norme per il sostegno dei Gruppi acquisto solidale e per la promozione dei prodotti agricoli da filiera corta, a chilometro zero, e di qualità”. 
La legge ha la finalità di sostenere questi nuovi modelli di consumo, promuovendo l’acquisto dei prodotti alimentari a “chilometro zero” provenienti dalla filiera corta. Da questo punto di vista, le norme contenute nel documento vogliono incoraggiare l’acquisto di alimenti prodotti all’interno del territorio regionale pugliese, andando incontro alle nuove preferenze dei consumatori e ricercando prodotti acquistabili a prezzi più contenuti e che garantiscono qualità nutrizionale, sicurezza, eticità ed eco-compatibilità. Da un altro verso, invece, si punta a valorizzare le piccole e medie imprese agricole pugliesi, conservandone inoltre l’identità e la loro presenza sul territorio, minacciate dalla crisi e dalla modernizzazione dei sistemi di produzione e distribuzione delle grandi imprese operanti nella “filiera lunga”. 
L’approvazione della legge seguirebbe le disposizioni della Finanziaria del 2007 che riconobbe istituzionalmente i Gas come soggetto associativo senza scopo di lucro e senza gli obblighi della contabilità e dell’iscrizione nei registri Iva. Un provvedimento che esprime quindi la volontà di valorizzare e riconoscere il consumo critico, consapevole e responsabile quale strumento di  promozione della salute e dei benessere dei cittadini; un consumo che le norme contenute riconoscono in questi gruppi, raggruppati nella “Rete Gas Puglia”.
 
Gas e Salento: crescita moderata, ma significativa
 
I Gruppi solidali d’acquisto rappresentano per il nostro Paese una realtà relativamente giovane. Sotto l’esempio dei farmer’s market americani, i Gas hanno cominciato a diffondersi intorno alla metà degli anni ’90, per poi collegarsi in rete (denominata appunto “Rete Gas”) nel 1997. Sono oltre 900 i Gruppi d’acquisto solidale censiti nel loro sito web di riferimento www.retagas.org e  di questi 70 hanno sede in Puglia. 
Il Salento non è certo indifferente all’affermazione di questa nuova modalità di consumo, anche se non si distingue per un numero sostanzioso di esperienze. Il portale Retegas.org riporta solo quattro Gas salentini: “Gas Matine” di Specchia, “Gas Parabita”, “Impegno Solidale” di Ugento e “Gas Tricase”. Non censiti dal portale di riferimento -ma inseriti nell’elenco di altri portali- anche altre tre realtà con sede a Lecce: “A Sud… Sud-Est”, “Gas Lecce” e “Gas Consumo Critico”. 
Ciò che caratterizza tutti i gruppi è il loro settore di attività, cioè il reperimento e la distribuzione di alimenti agricoli biologici, proprio il campo preso in esame dalla nuova legge regionale. Ognuno di loro ha infatti una “missione” che risponde in maniera perfetta alle indicazioni contenute nel documento legislativo. “Gas Matine”, ad esempio, si presenta come un gruppo nato con l’intento di sostenere un consumo critico, responsabile e guidato da alcuni criteri quali il rispetto dell’uomo (evitando l’acquisto di prodotti di circuiti internazionali), il rispetto dell’ambiente e la tutela della salute (con la scelta esclusiva di prodotti non sottoposti a pesticidi). Anche Gas Matine sceglie prodotti provenienti dal lavoro delle aziende locali, tra cui verdure, frutta, pasta, formaggi, cereali, farine e legumi. 
Sulla stessa lunghezza d’onda “Impegno Solidale” che si propone di realizzare una filiera corta di prodotti alimentari ed ortofrutticoli, puntando però anche ad attivare dinamiche di sviluppo turistico. Il settore alimentare è quindi sostanzialmente esclusivo nei Gas presenti nella nostra provincia e sono veramente poche le attività rivolte ad altre tipicità di merci; Gas Matine, ad esempio, tra i prodotti da distribuire all’interno del suo gruppo e scelti tra le aziende locali, inserisce anche il sapone. 
Anche il “Gas Tricase”, prima esperienza salentina in questo ambito, ha provato a dirigersi verso altri settori, in particolare quello energetico; nei suoi anni di attività Gas Tricase è riuscita a installare tre impianti fotovoltaici acquistati direttamente dalle aziende produttrici, poi però il progetto si è arenato. Una sorta di riluttanza nel volgere la propria attenzione verso ambiti merceologici diversi da quello alimentare che risponde alla volontà dei cittadini di soddisfare quelle che sono le primarie necessità umane, rese più pesanti e urgenti dalle odierne difficoltà economiche.  
 
Alessandro Chizzini