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Castello de’ Monti, il restauro del cortile non convince

Un video diffuso sul web mostra antiestetiche tubature dell’impianto antincendio in bella vista all’interno del maniero di Corigliano. E in molti si interrogano sui responsabili  

 

Il restauro architettonico di un bene pubblico può passare oggi anche attraverso le pagine di uno dei più noti social network del momento. In questi ultimi giorni web e redazioni sono state -è il caso di dire- bombardate da una valanga di commenti negativi su quanto sta accadendo nel cortile interno del Castello de’ Monti di Corigliano d’Otranto dove sono in corso lavori di restauro. Facciamo un passo indietro soffermandoci su fatti e protagonisti. Il 19 aprile scorso Dario Melissano, cittadino di Corigliano, lancia sul web un video in cui si vedono le grosse tubature dell’impianto antincendio distribuirsi sul muri dell’antico castello con criteri giudicati da molti in modo tutt’altro che favorevole.  

I soggetti chiamati in gioco sono l’Amministrazione comunale di Corigliano d’Otranto; i due progettisti che, da un documento segnalato dalla consigliera comunale di maggioranza Emanuela Costantini, sembrerebbero essere l’ingegnere Giuseppe Negro e l’architetto Teresa Tubito; la Soprintendenza ai Beni Architettonici con sede a Lecce. A proposito di quest’ultima andrebbe aggiunto per completezza che l’incaricata a seguire i restauri architettonici nella città di Corigliano (e quindi anche quelli del Castello) sarebbe l’architetto Michela Catalano; il condizionale in questo caso è d’obbligo perché il soprintendente Francesco Canestrini non ci ha indicato il nome dell’architetto che per conto della Soprintendenza segue i lavori del castello. Lo stesso Canestrini sul caso del Castello di Corigliano ha dichiarato: “Stiamo facendo i necessari accertamenti su quanto autorizzato. In seguito ad un apposito urgente sopralluogo si chiariranno le questioni e si prenderanno le decisioni in merito”. D’altro canto, però, lo stesso Melissano ci ha riferito che per un altro caso (legato alla piantumazione di alberi nel fossato della stessa fortezza) solo qualche mese fa fu l’architetto Catalano ad intervenire. 

Perché -ed è la domanda di tutti- sono stati realizzati lavori in un modo giudicato sul web così tanto negativamente? Chi li ha voluti e autorizzati? Una risposta potrebbe arrivare da due pagine, segnalate dalla consigliera Costantini il 21 aprile scorso sempre sullo stesso social network, dove si legge: “Ovviamente quanto previsto in progetto e quanto finora realizzato, è pienamente conforme ai pareri preventivi rilasciati dalle competenti Soprintendenze e del Corpo Provinciale dei VV.FF di Lecce”. Questo documento, indirizzato all’Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Corigliano, sembrerebbe chiarire molte cose, incluso il fatto che qualcuno stia pensando già di rivolgersi alla Procura della Repubblica. 

 

Sei mesi fa la segnalazione sui cipressi nel fossato 

 

Dario Melissano è l’autore del video che ha fatto saltare sulla sedia molte persone che ancora oggi dimostrano il loro dissenso per quanto sta accadendo nel cortile del Castello de’ Monti: un impianto antincendio che con i suoi tubi invade forse troppo energicamente le mura storiche dell’edificio. Melissano non è nuovo a segnalazioni di questo tipo: “Nel dicembre dello scorso anno -afferma- uscendo da casa ho visto dei signori piantare dei cipressi nel fossato del Castello. Mi hanno spiegato che la piantumazione degli alberi rientrava in un progetto chiamato ‘Il giardino della Resilienza’. Il sindaco, Ada Fiore, pochi giorni dopo, ha risposto alle mie perplessità in merito ai cipressi e ha definito il progetto valido ed opportuno”. 

La storia non è finita qui: “Il giorno dopo -Melissano- ho chiamato Lecce e ho parlato con l’architetto Catalano, la quale mi ha chiarito che non avrebbe mai dato il parere positivo, senza prima visionare il progetto. Infatti, dopo qualche giorno la dottoressa, insieme ai carabinieri di Corigliano, hanno obbligato l’ingegnere comunale Nicola Dimitri ad disporre l’espianto dei 27 cipressi, il tutto con un’indagine sulla vicenda”. Dopo solo quattro mesi da questo primo fatto Melissano entra nel cortile del Castello e gira l’ormai famoso videoclip. “Dopo la pubblicazione sul web -conclude il giovane- ho ricontattato la dottoressa Catalano per due volte tramite mail e non ho avuto risposte”. 

 

Fabio Antonio Grasso