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Piccoli “Orti Verticali” crescono

Ottimo successo per l’ultimo progetto di Made in Carcere, che dopo l’esperienza di Borgo San Nicola approda all’Expo di Milano 

 

La possibilità di riscattare la propria vita e i propri errori non deve passare solo dai luoghi di reclusione ma si deve, anche e soprattutto, contare sulle proprie risorse creative e avere l’opportunità di partecipare attivamente ad attività utili e divertenti. Il marchio Made in Carcere nasce nel 2007, dalle idee e dalle energie di Luciana Delle Donne, fondatrice di Officina Creativa. Da allora il marchio lavora nella direzione di un possibile reinserimento nella società civile e si orienta verso una vera e propria rieducazione delle venti detenute che partecipano al progetto. 

Si producono manufatti, borse, accessori, ma non solo. Recentemente Made in Carcere si è fatto promotore di una nuova e originale iniziativa: il progetto “Orti Verticali”, infatti, si propone di accordare i ritmi di donne e uomini detenuti a quelli della natura, di cui purtroppo non possono godere con la reclusione. Ovviamente anche per quanto riguarda quest’iniziativa si tratta di tessuti recuperati e confezionati per contenere terra, semi e piante, a dare vita ad un prodotto creativo che consente di avere piccoli grandi “Orti Verticali” grazie ad un’originale soluzione che punta in alto.

“Difendiamo il pianeta o si difenderà da solo e a proprio modo -afferma Luciana Delle Donne presentando il progetto-; noi consumiamo come se avessimo tre o quattro pianeti a nostra disposizione ma, forse non è chiaro, ne abbiamo uno solo”. Aromi mediterranei, erbe officinali, ortaggi e tante fragole: insegnare ad adeguarsi alle frequenze che caratterizzano la natura può avere un ruolo fondamentale all’interno di un disegno riabilitativo. Una sorta di nature therapy che, passando da donne e uomini in stato di detenzione, è riuscito a consacrarsi anche a circuiti diversi dal carcere.

Il progetto, infatti, ha saputo andare ben oltre le proprie aspettative, grazie alla formula innovativa con cui è stato pensato e grazie soprattutto a quanti hanno creduto nell’iniziativa. Dopo l’esperienza allo scorso Salone del Gusto di Torino e, soprattutto, prima del grande debutto ufficiale all’Expo 2015, per cui Luciana Delle Donne è ambassador di WE-Women, il progetto “Orti Verticali” prosegue con una serie di iniziative che vedono protagonisti i detenuti del carcere di Poggioreale e quelli del carcere militare di Santa Maria Capua Vetere.

I circuiti di promozione hanno interessato anche il Vinitaly di Verona, dove un’installazione di erbe di vario genere ha ricoperto un’intera parete dello stand delle Tenute Emera di Claudio Quarta Vignaiolo, sempre molto vicino alle intuizioni e alle intenzioni di cui si fa promotore il marchio.

Lo scopo principale di Made in Carcere è, dunque, quello di promuovere un nuovo modo di vivere lo stato di reclusione, riabilitando l’esperienza grazie ad una chiave strategica e nuova: una seconda opportunità per le detenute e una doppia vita per i tessuti. Un concreto messaggio di solidarietà, libertà e profondo rispetto per l’ambiente, servendosi di un’estetica ironica, a tratti provocatoria, e tanto originale. 

 

Carceri e fiere, ma non solo: gli “Orti Verticali” entrano nella scuola

 

Il debutto è avvenuto lo scorso 13 aprile quando Luciana Delle Donne ha promosso il progetto nell’I.I.S.S. “R. Gorjux – N. Tridente” di Bari, dando il via al primo laboratorio di agricoltura verticale attraverso la creazione di oltre cinquanta “Orti Verticali” portatili. E per attirare ancora di più l’attenzione dei giovani studenti, è stata proposta anche una borsa tracolla con tasche per piante. 

Made in Carcere ha ampliato e integrato il proprio percorso ospitando nel progetto anche Lifestyle Studium del dottor Domenico Meleleo e EMS Ente Modelli Sostenibili, per affrontare questioni fondamentali come la sostenibilità, la consapevolezza alimentare e la nutrizione sportiva. L’obiettivo è quello di insegnare, dunque, come articolare la propria alimentazione e come scegliere i cibi, individuando quelli potenzialmente dannosi e portare i ragazzi a capire e conoscere come alcuni aspetti psicologici possano influenzare il comportamento d’acquisto degli alimenti.

Con gli “Orti Verticali” di Made in Carcere, si è cercato di coinvolgere nell’esperienza anche i giovanissimi, invitando a coltivare in casa o sul proprio balcone, aromi, erbe officinali e ortaggi. Ovviamente si parte dall’idea della possibilità di usare quello che già c’è a disposizione, riciclando il materiale che altrimenti andrebbe al macero, come i sacchi di juta del caffè donati da Caffè Quarta di Lecce. Prodotti e soluzioni assolutamente originali, che danno la possibilità concreta di misurarsi con i ritmi della natura, con in più la soddisfazione di avere coltivato tutti da sé.

 

Federica Miggiano