Blitz della Guardia di Finanza a Porto Cesareo che ha posto i sigilli ad un intero complesso turistico realizzato senza tener conto della tutela di una delle riserve ambientali più belle del Salento
Un sequestro da record balzato anche agli onori delle cronache nazionali. Lunedì scorso la Guardia di Finanza di Gallipoli ha posto i sigilli al villaggio “Punta Grossa” costruito a Porto Cesareo il cui valore degli immobili si aggira intorno ai 50 milioni. Le persone denunciate sono 129, di cui 120 proprietari e 9 pubblici ufficiali.
“Punta Grossa” è una vera e propria città costruita all’interno della cittadina jonica, come si legge sul sito promozionale: “Un villaggio turistico che si colloca in una delle più belle aree naturali della costa jonica del Salento. Si affaccia infatti sullo specchio di mare del Parco Marino di Porto Cesareo, nelle immediate vicinanze del bosco dell’Arneo e delle aree protette Palude del Conte e Dune Costiere ed il Parco di Castiglione con le sue caratteristiche Spunnulate. Il complesso propone escursioni in barca lungo la costa e tra gli isolotti, pesca diurna e notturna, escursioni in mountain bike e a cavallo, visita alle città di maggior interesse storico-artistico, visita alle masserie fortificate, e tanto altro ancora. Tra le attività sportive che si possono svolgere in zona: mountain bike, corsa campestre, windsurf, kite surf, snorkeling, canoa, equitazione, go kart. La naturalità della vita che si conduce da queste parti è la testimonianza di un legame antico con il territorio e rende gradevole la pur massiccia presenza umana perché questa vive e respira i ritmi della natura scanditi dalle stagioni e dall’avvicendarsi delle culture”.
Non devono essere stati d’accordo con queste rassicurazioni i militari accompagnati dal procuratore Cataldo Motta. Le Fiamme Gialle hanno riscontrato tutta una serie di macroscopiche irregolarità ricadenti all’interno del reato ambientale di lottizzazione abusiva sui terreni della località “Serricelle” di Porto Cesareo, che comprende la Palude del Conte, la Duna di Punta Prosciutto e le riserve marine dichiarate di notevole interesse pubblico. Il complesso turistico sarebbe stato edificato ignorando completamente i vincoli ambientali di un territorio dall’equilibrio delicatissimo: la responsabilità degli impiegati pubblici deriverebbe proprio dall’aver avallato questo scempio.
L’amministrazione di Porto Cesareo guidata allora dal sindaco Vito Foscarini aveva attribuito ai terreni precedentemente tipizzati come agricoli, specifica destinazione turistico-alberghiera. Una variante al Prg che per la Procura di Lecce sarebbe irregolare in quanto basata su due conferenze di servizi: quella del 2002 annullata con sentenza del Tar Puglia e del 2006 convocata illecitamente e approvata senza tener conto delle prescrizioni di non alterazione del paesaggio regionale esistente, previste dal Piano Urbanistico Territoriale Tematico (Putt Puglia) vigente dal 2000.
A essere inquisiti oltre ai 120 proprietari degli appartamenti e all’ex sindaco Vito Foscarini, anche il legale rappresentante delle due società Fgci Srl e Punta Grossa Srl, Fernando Iaconisi, i funzionari dell’Ufficio tecnico comunale, Cosimo Coppola e Giovanni Ratta, i progettisti dei lavori, Claudio Conversano e Cosimo Nestola, i tre funzionari della Regione Puglia Luca Limongelli, Giuseppe Lazazzera, Luigi Ampolo.
I numeri dell’operazione a Porto Cesareo
L’abusivismo riscontrato dalla Guardia di Finanza riguarda un intero complesso turistico. Il villaggio di Punta Grossa è strutturato su due aree. La zona A di 24.398 metri quadrati comprende un albergo di tipo tradizionale, sviluppato prevalentemente in orizzontale, con una disposizione planimetrica degli alloggi (80 in totale, mono e bilocali) ad “ovale” composto da otto blocchi edificati al piano terra, composti da cinque alloggi bi-locali cadauno, per un totale di 40 unità abitative; otto blocchi edificati al piano primo, composti da cinque alloggi mono-locale cadauno, per un totale di 40 unità abitative; una piscina, un ristorante, una reception ed i servizi comuni realizzati all’interno dell’ovale.
Un’altra area, posta sul lato opposto della strada provinciale Porto Cesareo – Manduria, denominata “zona B”, di 28.890 metri quadrati di ampiezza, dove sono stati edificati: 156 unità abitative, del tipo bi e tri-locali, aventi dimensioni da un minimo di 40 mq. ad un massimo di 50 mq. Si tratta di 108 appartamenti, distribuiti su otto palazzine di nove appartamenti ciascuna; 48 appartamenti, distribuiti su nove palazzine oltre a un centro direzionale e commerciale, costituito da una reception, uffici per la gestione dell’attività alberghiera, un bar, un’edicola, un ristorante, una lavanderia, una piscina, una discoteca, una sala bowling, due campi da tennis ed uno da calcio a 5, un impianto di depurazione, un dissalatore di acqua marina, un impianto di raccolta di acque meteoriche.
L’ispezione delle Fiamme Gialle ha permesso di recuperare elementi positivi di reddito per circa 7 milioni 200mila euro, base imponibile ai fini Irap pari a circa 6 milioni 500mila euro nonché Iva non versata per circa 2 milioni di euro.