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“La Regione vuole far morire il nostro ospedale”

Il Piano di Rientro predisposto dalla Regione prevede la conversione dell’ospedale di Poggiardo in Casa della Salute. Contrario il consigliere Giuseppe Colafati: “È un paradosso”
 
L’ospedale “Pispico” rischia di morire. Questo è ciò che prevede il “Piano di Rientro” presentato nei giorni scorsi dalla Regione Puglia al Ministero dell’Economia, per ripianare il dissesto regionale in ambito sanitario, come stabilito dalla Finanziaria del 2008 per chi ha violato il Patto di Stabilità. 
Di questo si è discusso nell’assemblea pubblica tenutasi lo scorso19 luglio in piazza Umberto I e voluta dal consigliere comunale di maggioranza Giuseppe Colafati, alla presenza del capogruppo Pdl in Consiglio comunale Giacomo Carluccio, in veste di moderatore, del sindaco Silvio Astore, dei consiglieri regionali Rocco Palese, Mario Vadrucci e Andrea Caroppo, di Luigi Lazzari, di Gino Pepe e dell’europarlamentare Raffaele Baldassare. Nel piano sono indicati i criteri per il programma di rimodulazione e razionalizzazione della rete ospedaliera: la riconversione degli ospedali con numeri di posti letto per acuti inferiore a 50 o meno di 3 Unità Operative per acuti e gli accorpamenti e disattivazioni di singole unità operative. Per Poggiardo, ciò si traduce con la trasformazione del “Pispico” in Casa della Salute, cioè una forma di continuità assistenziale, con l’articolazione del distretto in ambulatori e poliambulatori. Un’ipotesi che trova la ferma opposizione di Colafati: “Ritengo giusto trasformare o rimodulare quelle strutture ospedaliere che hanno difficoltà a gestirsi perché piccole e in passivo di bilancio, ma queste non sono caratteristiche del ‘Pispico’. È un paradosso convertire in Casa della Salute un ospedale come il nostro che in 5 anni ha investito quasi 5 milioni di euro per ammodernare la sua struttura, soprattutto con il completamento di due sale operatorie per Day Surgery. Inoltre il reparto di Gastroenterologia, tra i più apprezzati a livello nazionale, ha gli ambulatori ad esso stesso collegati, così come Cardiologia e Pneumologia sono collegati al reparto di Medicina; questo significa massima efficienza del servizio. Non sono stati poi indicati i dati di funzionalità di Poggiardo: un bilancio 2009 chiuso in attivo di ben 302mila euro e gli altissimi costi del trasferimento a Scorrano di reparti come la Gastroenterologia”. 
Di queste considerazioni non c’è traccia sul Piano di Rientro come anche di una dettagliata situazione epidemiologica e di una adeguata mappatura di strutture residenziali (Rsa, Rssa, Hospice) che deve invece comportare l’eventuale chiusura del ‘Pispico’. E non è stato nemmeno preso in considerazione l’alta percentuale tra risultati e operai impiegati, segno che a Poggiardo si è fatto molto con organici ridotti. Non è stata dunque realizzata nessuna valutazione costi-benefici. “Poggiardo ha tutte le caratteristiche per rimanere una ‘struttura a ponte’ tra assistenza territoriale e alta specializzazione -prosegue Colafati-. Il vero risparmio si realizza eliminando gli sprechi, non una struttura che ha investito molto per migliorare la sua efficienza. L’eventuale chiusura del Pispico non farà poi altro che intasare le strutture di Scorrano e Tricase, creare disoccupazione e dare il massimo disagio alle fasce più deboli, anziani in primis”. Queste considerazioni sono contenute in un documento ora al vaglio dei sindaci dei 15 comuni del distretto di Poggiardo.
 
Alessandro Chizzini