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La 275 si fa in quattro

Il Tar di Lecce ha rigettato i ricorsi della Regione Puglia. Adesso però, per non perdere i finanziamenti, si cerca una mediazione tra le parti che eviti il ricorso al Consiglio di Stato
 
La battaglia sulla 275 continua senza sosta. Un nuovo capitolo è stato scritto dal Tar di Lecce che esprimendosi sul giudizio di merito ha reso nota la fattibilità delle quattro corsie fino a Santa Maria di  Leuca. I giudici del Tar hanno in pratica respinto i ricorsi contro il progetto avanzato dalla Regione Puglia e proposto dall’avvocato Giovanni Pellegrino: la proposta di Viale Capruzzi sarebbe stata quella avviare una parziale modifica del progetto della strada che sarebbe rimasta, da Maglie a San Dana, a quattro corsie, ma nel rimanente tratto di 7 chilometri verso Leuca si sarebbe chiusa a due sole corsie per mitigare gli effetti sul territorio. 
Il Tribunale Amministrativo invece ha sentenziato che i ricorsi non erano ammissibili, dando il via di fatto alle ragioni della Provincia. “Soddisfazione piena -ha dichiarato il Presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone– per l’esito dei giudizi innanzi al Tar, che attraverso il dispositivo di rigetto di tutti e sei i ricorsi ha attestato l’insussistenza delle ragioni giuridiche delle varie parti ricorrenti. L’unico motivo di rammarico è constatare il tempo utilizzato per le vicende giudiziarie, che poteva essere più utilmente impiegato per pervenire a soluzioni condivise, così come d’altronde da me affermato più volte con convinzione”. Per Gabellone la strada era diventata un motivo di forte contrapposizione politica: “Non era possibile, a distanza di cinque anni e dopo l’impegno diretto del Governo e del ministro Fitto nel destinare ingenti finanziamenti mettere in discussione la valenza progettuale e le scelte tecniche già approvate e condivise dalla Regione Puglia e dal Comitato Via, espresse soprattutto per gli impatti ambientali e paesaggistici dell’opera”. 
I lavori però non inizieranno a breve, perché c’è la possibilità per la Regione di andare davanti al Consiglio di Stato: “La Regione Puglia ricorrerà -ha dichiarato a caldo il presidente Nichi Vendola- perché quella sentenza non ha accolto i contenuti della nostra battaglia per la messa in sicurezza della statale 275. Contenuti che immaginano quella non come un’opera di devastante impatto ambientale ma come una strada-parco, compatibile con uno dei più preziosi e delicati ecosistemi pugliesi. Per questo ricorreremo alla magistratura amministrativa superiore”. Parole che però potrebbero essere ridimensionate dai tentativi di mediazione in corso: proprio Giovanni Pellegrino al termine dell’udienza ha annunciato che non seguirà più le vicende giudiziarie che accompagnano l’allargamento della Maglie-Leuca auspicando un accordo ragionevole: “La Regione non ha interesse a proporre immediatamente appello, poiché la conclusione del contratto e l’inizio dei lavori non sono comunque vicini e può quindi attendere la motivazione della sentenza per valutarla e decidere se impugnarla o meno. Nel frattempo, per giungere alla composizione bonaria auspicata dal presidente Gabellone, basterà che Anas formalizzi gli impegni che si è dichiarata disposta ad assumere durante gli incontri presso gli uffici regionali”. 
Per Pellegrino si deve evitare il rischio di perdere i 288 milioni di euro stanziati dal Cipe e condurre in porto una trattativa proprio sugli ultimi 7 chilometri del tracciato: “La formalizzazione in una deliberazione di giunta regionale dell’accettazione di tali impegni escluderà un interesse della Regione e del Comune di Alessano a proporre appello e renderà difficilmente praticabili appelli da parte delle associazioni ambientaliste”.