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Scontro Ripa-D’Agata sulle telecamere della Ztl

L’assessore al Traffico, Giuseppe Ripa, risponde alle accuse mosse da Gianni D’Agata dell’Idv in merito alle contravvenzioni per chi viola la Zona a traffico limitato
 
Al momento del conferimento delle prime contravvenzioni, sovente capita che abbiano inizio veri e propri scontri verbali tra politici di opposti schieramenti. In merito alle otto telecamere poste ai varchi d’ingresso del centro storico, sono divampate polemiche che hanno visto contrapporsi l’assessore al Traffico, Giuseppe Ripa, e Gianni D’Agata, personaggio di spicco del Dipartimento per la tutela del Consumatore di Idv. 
Il tutto è nato dopo un ricorso effettuato da una cittadina leccese che, commettendo infrazione, si è inoltrata nella Zona a traffico limitato. Il problema consiste nel fatto che la suddetta ritiene di aver ricevuto due distinte multe: una per ogni qualvolta ha inteso transitare nella citata Ztl. Gianni D’Agata ha inteso da subito prendere posizione contro il Comune di Lecce, accusato “di voler fare cassa con le multe”, ed indirettamente verso l’assessore al Traffico Giuseppe Ripa: “Se si entra e si esce dalla Zona a traffico limitato si prendono due multe. Se si entra due o tre volte, in poco tempo, dalla Zona a traffico limitato si prendono tante multe quanti sono gli ingressi, contravvenendo così a quanto stabilito dalla Corte Costituzionale”. 
La risposta di Giuseppe Ripa non si è fatta attendere. L’assessore al traffico non ha risparmiato stilettate al suo oppositore dichiarando quanto segue: “Prima di dire cose inesatte, il signor D’Agata dovrebbe sapere che: 1) il sistema di rilevamento automatico è stato congegnato per le auto in entrata e non per quelle in uscita; 2) tanto è vero questo -ribadisce perentorio- che le telecamere sono solo negli otto ingressi in entrata, che sono a senso unico e non anche in quelli di uscita”. In seguito rimane stupito dalla posizione espressa dall’Idv: “Se il sistema rileva che un cittadino ha violato la norma due o tre volte, e noi lo sanzioniamo di conseguenza, e ben strano che la Idv si schieri a favore di chi viola la legge e scorrazza in centro storico nelle ore notturne e non a favore di coloro che la rispettano, o a favore dei residenti che hanno sacrosanto diritto ad una decente vivibilità”. Insomma è alquanto difficile prendere posizione quando vi sono posizioni cosi distinte e distanti. Forse, solo quanto emergerà dalla sentenza sul ricorso dell’ormai famosa “donna della 500”, potrà schiarire le idee su tutto e a tutti.
 
Francesco Covella