Dalla Francia, dove è partito con la famiglia per una vacanza più che meritata dopo le fatiche della Notte della Taranta, il sindaco di Melpignano Sergio Blasi parla del suo impegno nella corsa alla Segreteria regionale del Pd, che lo vedrà impegnato fino al congresso di ottobre
Sindaco Blasi, a breve riprenderà il suo tour per la Puglia, dove presenta la sua candidatura, le sue idee e i suoi progetti in tandem con il segretario regionale dei Giovani Democratici, un segnale chiaro lo dà da subito. Non si parla soltanto di rinnovamento, insomma?
Si, con Angelo Petrosillo, che rappresenta l’energia e la bravura dei giovani del partito, abbiamo iniziato un lungo giro per l’intera regione. Sono orgoglioso che loro abbiano scelto di sostenermi; è un segnale di fiducia e sono certo che faremo molto per il rinnovamento della classe dirigente.
Quali sono i punti di forza della sua campagna precongressuale?
La mia idea è ripartire dai circoli, dagli iscritti, dai militanti con cui cerco di avere un contatto diretto. Il mio obiettivo dichiarato è riempire quelle sedi che per troppo tempo si sono andate svuotando, per formare una comunità politica che non significa solo un circolo di elettori.
Partiamo da un dato: c’è il bisogno di restituire agli iscritti il loro partito, non solo un luogo fisico di discussione e di incontro, anche se questo è importante, ma anche un posto che sia sede di decisioni, che troppo spesso vengono prese da pochi e in altre sedi. No alla distinzione tra una prima classe riservata ai dirigenti e per gli altri solo posti in piedi. I dirigenti diano il buon esempio.
A proposito di buoni esempi, in Puglia impazza il caso Bari. Sesso, appalti e politica. Negli ultimi giorni, dopo le indiscrezioni anche i verbali degli interrogatori tirano per la prima volta in ballo Sandro Frisullo. Una valanga che vede la questione morale assolutamente bipartisan e che rischia di ripercuotersi negativamente sulle prossime regionali. Lei cosa ne pensa?
Penso che sia ovviamente troppo presto per esprimere giudizi, essendoci ancora un’indagine in corso. Tuttavia, ammetto di avvertire un senso di vero disgusto nell’apprendere nuovi e sempre peggiori particolari di questa storia. Io ho sempre creduto che chi ha potere debba avere un comportamento modesto. Un senso del servizio e della moderazione anche nelle scelte di vita in cui, come me, molti iscritti, militanti e rappresentanti politici continuano a credere. Oggi credo sia necessario, più che mai, che chi non sia in grado di dare quell’esempio di rigore e di correttezza si faccia da parte ed esca dalla politica.
Un’alzata di scudi da parte del suo partito, però, c’è stata. Penso alla manifestazione di solidarietà nei confronti di Frisullo dopo l’azzeramento della Giunta regionale deciso da Nichi Vendola e dopo la sua non riconferma in giunta. Eppure, non c’era alcun atto giudiziario che lo riguardasse.
È stato un gesto spontaneo che non mi ha riguardato; nel mio documento programmatico io ho parlato della necessità di un radicalismo etico, anche in assenza di fatti non penalmente rilevanti. Gramsci diceva che per dirigere bisogna dare l’esempio ai diretti. Questa deve ridiventare la lezione della politica.
Nei giorni scorsi il segretario regionale Michele Emiliano ha detto pubblicamente di ritenere illegittimo il fatto di costringere i votanti della mozione Bersani in Puglia a votare anche per lei. Ha detto di puntare ai loro voti, visto che l’incompatibilità tra il suo ruolo di sindaco di Bari e di eventuale candidato alle regionali con la segreteria riguarderebbe anche lei, che in un colloquio personale gli avrebbe confidato di voler fare una lista per le regionali 2010.
A queste dichiarazioni ho già risposto l’indomani, chiarendo non solo di non aver avuto alcun colloquio privato con Emiliano in cui si parlasse di una mia candidatura alle regionali, ma accusandolo anche di parlare con lingua biforcuta, utilizzando a piacere argomenti che gli sono utili nella campagna elettorale. Al contrario, ho assicurato che in caso di elezione alla Segreteria mi dimetterò da sindaco di Melpignano, anche se mi costerà lasciare prima della scadenza naturale. Avere funzioni istituzionali e di governo non è compatibile con il ruolo di segretario, questo è chiaro nella mozione Bersani. Sono regole che hanno un senso e che ognuno di noi ha il dovere di rispettare senza cercare deroghe o scappatoie. Altrimenti, non lamentiamoci se poi agli occhi della gente sembriamo accumulatori di incarichi.
Ma al Consiglio regionale si candiderà?
Io credo che il segretario regionale di un partito non possa non essere nella camera legislativa del suo territorio, proprio come accade in Parlamento, dove a parlare sulle questioni politiche è il segretario, non il capogruppo. Di questo però non si è ancora mai discusso perché a bisogna pensare unicamente al congresso, le regionali vengono dopo.
Sempre sulle regionali, qualche giorno fa l’assemblea nazionale del Pd, alla presenza dei rappresentanti di tutte e tre le mozioni, ha ratificato di fatto la rincorsa dell’Udc, stabilendo che in assenza di un patto nazionale con lo Scudocrociato, sarà necessario procedere regione per regione, anche facendo dei passi indietro nella scelta del candidato in vista di una possibile alleanza. Come la mettiamo con il “Vendola bis” in cui sia lei che buona parte del Pd pugliese credete fermamente?
Sono e resto convinto che dobbiamo ripartire dal governo di centrosinistra della nostra Regione, valorizzando le numerose cose buone realizzate sinora ed anche apprezzando le scelte coraggiose di Nichi Vendola, non ultima quella dell’azzeramento che di fatto aveva l’obiettivo di tutelare l’operato regionale di questi anni. Per il resto la sfida del Sud resta quella di mettere insieme le forze meridionaliste per uscire dalla crisi. Visto che il Governo è sbilanciato verso Nord e Lega, è chiaro che oggi dobbiamo aggregare tutte le opposizioni attorno ad un progetto di vera rinascita. Sia chiaro, non parlo di scimmiottare il Settentrione ma di guardare a noi in prima persona, creando un modello di sviluppo vero che non sia più quello calato dall’alto. Sono anni che si parla del ruolo che abbiamo nel Mediterraneo, ora alla teoria deve seguire la pratica e per farlo la politica è fondamentale.
Concludiamo con la Notte della Taranta. La sua creatura è arrivata al dodicesimo anno di vita. Dal prossimo lei non sarà più il sindaco del Comune di Melpignano, centro di una comunità allargata, quella grika, che ha creato il festival. È preoccupato per questo?
No, so che i salentini e i pugliesi si sentono orgogliosi di quello che oggi è il più grande progetto culturale degli ultimi 10 anni in Europa, per la capacità di incidere sul tessuto sociale ed economico, oltre che culturale ed identitario. Ora che non sarò più sindaco, la fondazione “Notte della Taranta”, di cui faccio parte, si occuperà del festival e di tutto il lavoro che c’è intorno. Spero che le istituzioni se ne rendano conto, sono anzi certo che sarà così. Sabato 12 settembre abbiamo fissato la prima riunione del Cda della fondazione, in cui si tratteggerà il lavoro del prossimo anno. E’ una nuova sfida e non si può dire che quest’anno saranno poche.
Alessandra Lupo