Gli enologi delle più importanti cantine locali concordano sull’elevato livello, dal punto di vista qualitativo e quantitativo, della vendemmia di quest’anno
Dici Nord Salento e pensi subito al vino: Copertino, Guagnano, Salice Salentino, Leverano e, salendo ancora più su, Manduria e Cellino San Marco. Sono le punte di diamante di un’eccellenza tutta del nostro territorio. Uve pregiate, enologi di grande professionalità e aziende di primissimo ordine, in grado di inanellare riconoscimenti a ripetizione tra Vinitaly e fiere internazionali, come il Trofeo di Berlino tanto per fare un esempio. E un mercato, che nell’era della globalizzazione, non conosce confini: dalla Germania alla Gran Bretagna, dal Giappone ai Paesi Scandinavi sino agli Stati Uniti d’America. Il vino made in Salento arriva davvero dappertutto, riscontrando consensi a ripetizione e in ogni lingua.
Arrivando a Leverano, da Lecce o da Porto Cesareo, il panorama è sempre lo stesso, cambia nelle tonalità: distese mozzafiato di vigneti misti a uliveti. I baluardi di un’agricoltura che per interi decenni hanno trainato l’intero Salento. E se gli ulivi vivono un momento buio a causa del fenomeno del disseccamento rapido, la vigna sembra tenere. E con eccellenti risultati.
La conferma arriva da chi, nel comparto vitivinicolo, è eccellenza da tempo immemore. Il dottorAntonio Romano è enologo presso la Cantina Conti Zecca. Un nome, una garanzia di qualità e di successi sparsi per tutta l’Europa e non solo. “Si prospetta una stagione assolutamente positiva per quanto riguarda i vini -afferma Romano-. Si è raggiunta la piena maturazione grazie anche ai fattori climatici favorevoli: abbiamo avuto un inverno caldo rispetto alla norma, una primavera piovosa che ha nutrito i terreni, permettendo loro di superare il periodo siccitoso dell’estate. C’è qualche apprensione per questa perturbazione di questi giorni, ma finora abbiamo a che fare con uve sane, integre, in grado di sopportare qualche capriccio meteorologico. Dal punto di vista qualitativo, direi che è una delle annate migliori di tutto il decennio, sicuramente superiore all’ultimo biennio”.
Pochi passi più in là, in un triangolo ideale del vino che comprende anche un’altra struttura prestigiosa e rinomata come la Cantina Vecchia Torre, sorge la Masseria Signora Porzia dove da alcuni anni è nata l’Agricola dell’Arneo. Un decennio di storia per un’azienda che, di anno in anno, vede accrescere gli apprezzamenti per i propri prodotti, primitivi, rosati e rossi di qualità. “Sino a questo momento la stagione è quasi perfetta -conferma l’enologo Valerio Frisenda-. È chiaro che il meteo potrà fare la differenza, speriamo bene. La maturazione è stata regolare grazie anche al clima dei mesi scorsi, il vento del nord ha tenuto asciutti i terreni, regalandoci una prospettiva di qualità tra il buono e l’ottimo per i nostri vini. La cosa particolare di questa annata è che si sta abbinando la quantità alla qualità, vanno di pari passo. Perciò ci aspettiamo una buona produzione, superiore a quella dell’anno scorso”.
Gianni Cantele (Coldiretti Puglia): “Sul mercato vince la qualità, il vino da tavola generico non ha futuro”
Le stime relative ad una vendemmia dai contorni esaltanti vengono confermate anche da Coldiretti, nella persona del presidente regionale, Gianni Cantele. Unica variante impazzita la pioggia di questi giorni che potrebbe compromettere quanto di buono fatto finora. “La stagione è partita con i migliori auspici tranne qualche fase problematica ad un certo punto della maturazione a causa delle solite malattie funginee che però non hanno creato grossi fastidi. L’estate non torrida e non troppo calda come negli anni scorsi ha favorito una buona gradazione”.
Resta, però, da calcolare l’incognita tempo, soprattutto in questa prima finestra di settembre contraddistinta da abbondanti precipitazioni: “Questa settimana di piogge non lascia tranquilli -confida Cantele-. In questo preciso istante la vite di tutto ha bisogno tranne che di acqua. Noi avevamo ipotizzato un possibile incremento della produzione oscillante tra il 5 e il 15% su base Puglia rispetto alle ultime vendemmie. Quindi un sostanziale aumento sia della quantità che della qualità prodotte. Le condizioni meteo possono però variare tutto, bisogna vedere anche che vento ci sarà dopo le piogge. Una tramontana in grado di asciugare i terreni sarebbe la situazione ideale”.
Se, e quanto, l’incertezza meteorologica può determinare il boom della raccolta del 2016, che da più parti viene considerata come la più prolifica da diversi anni a questa parte, lo scopriremo solo a fine mese. Non vi sono, invece, molti dubbi sul successo del vino pugliese, e salentino ovviamente. In particolar modo ad essere premiati dal mercato sono i prodotti di qualità: “I vini caratterizzati da varietà e denominazione Doc, come il Salice Salentino o il Primitivo di Manduria hanno un riscontro molto, molto positivo. Rimane forte la produzione di uve e vini cosiddetti ‘indifferenziati’ (vini da tavola), per cui qualche problema in più c’è. La concorrenza con alcune regioni del Nord Italia come l’Emilia Romagna e il Veneto o con la Spagna è difficile da battere. Occorre lavorare con maggior decisione in direzione della qualità -sottolinea il numero uno di Coldiretti Puglia- allo scopo di creare un valore aggiunto che sappia fungere anche da caratterizzazione di un territorio specifico. È l’unico modo per rafforzare l’immagine della Puglia e i margini delle imprese del settore; altrimenti in futuro avremo brutte sorprese. In particolar modo per quelle aziende viticole che non completano l’intero ciclo, quindi tagliano l’uva per poi venderla a terzi o cedono il vino sfuso”.
Alessio Quarta