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Sono vittima di una persecuzione politica

Astore si sfoga all’indomani dalle dimissioni e aggiunge: “Non esiste incompatibilità tra i miei incarichi al Cda delle Terme e al Centro per l’impiego di Poggiardo” 

Di fronte al veto di incarico in seno al Consiglio di amministrazione dell’Azienda termale di Santa Cesarea, imposto dal direttore generale della Provincia Giovanni Refolo, Silvio Astore (nella foto) è profondamente amareggiato del provvedimento subìto e ci racconta la sua versione.

Astore, perché avete gettato la spugna dopo appena quattro mesi dall’insediamento?

Sono sensibilmente deluso della vicenda subìta, ma ho obbedito dinanzi al diniego e alla diffida del direttore generale perché non mi rimaneva altra scelta, pena il licenziamento dal Centro per l’impiego di Poggiardo, di cui sono il responsabile. Tutto questo non è altro che un obbedisco coatto.

Ritenete che si tratti di un atto persecutorio?

Io insieme ai miei legali ho valutato scrupolosamente tutti gli atti esecutivi posti in essere dalla Provincia, e questi, così come sono stati formulati, sono palesemente caratterizzati da vizi di legittimità sia sul piano formale che sostanziale. Ragion per cui debbo pensare con sommo rammarico che si tratti di un’autentica persecuzione politica nei confronti della mia persona, facendomi vivere momenti di travaglio interiore e angoscia.

In Provincia ci sono stati altri dipendenti che hanno usufruito di autorizzazioni simili nei vari consigli di amministrazione?  

Certamente sì. Tanto che alcuni consiglieri provinciali, dinanzi a tanto accanimento, hanno trasmesso richiesta al presidente Gabellone per conoscere tutti gli incarichi conferiti a dipendenti negli ultimi dieci anni e se ha rispettato le condizioni del regolamento vigente dell’articolo 38. Se quindi si è verificato tutto ciò, vuol dire che è un atteggiamento autentico e vero contro la mia persona.

C’è incompatibilità con l’incarico che avevate assunto?

Assolutamente non esiste incompatibilità  e non sussiste un conflitto di interessi tra la posizione che avrei assunto all’interno del Cda delle Terme e il mio ruolo di responsabile del Centro per l’impiego di Poggiardo, in quanto le acque termali non sono servizi pubblici locali essenziali e quindi le norme invocate dalla Provincia non sono applicabili.

(G.N.)