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Via Brenta, stop al leasing. Ora il sindaco vuole vederci chiaro

Paolo Perrone blocca il pagamento del leasing per gli immobili che ospitano gli uffici giudiziari di via Brenta. Nel frattempo, prende le distanze dalla scelta della Poli Bortone e nomina un superconsulente. In arrivo per Lecce anche i fondi per i nuovi Pirp

 

In attesa di rimettere mano alla Giunta comunale di Palazzo Carafa, dopo l’esclusione degli assessori di Io Sud, non si può certo dire che il primo cittadino di Lecce stia con le mani in mano. Al termine dell’esecutivo che riapre l’attività amministrativa dell’ente dopo la pausa estiva, Paolo Perrone ha infatti comunicato che sospenderà il pagamento dei canoni del leasing di via Brenta. L’annuncio è arrivato nella consueta conferenza stampa istituita da qualche tempo al termine della seduta della Giunta comunale. Una seduta che in questo caso ha inoltre autorizzato il primo cittadino ad incaricare un “super consulente” di fare luce sulla natura di quel contratto di leasing su cui dal 2007 esiste anche un’indagine della Procura.
È questo l’ultimo, inatteso, capitolo di una saga iniziata nel 1999, l’anno successivo alla prima elezione a sindaco di Lecce di Adriana Poli Bortone e che riguarda gli immobili leccesi situati in via Brenta, destinati ad ospitare gli uffici giudiziari. Il palazzo era, infatti, stato inizialmente preso in locazione dal Comune di Lecce, che versava alla Socoge, impresa facente capo al gruppo Guagnano, che lo aveva realizzato, un canone d’affitto pari a 630mila euro annui. Un prezzo  elevato nel 2006 a 890mila euro. In seguito, però, la stessa Socoge, lo aveva ceduto alla società milanese Selma BPM, che aveva proposto all’ente di Palazzo Carafa di modificare il contratto di locazione in un contratto di leasing, in modo che il Comune di Lecce potesse alla fine entrare in possesso dell’immobile. Il nuovo contratto costava circa 3 milioni di euro l’anno. Sulla scelta dell’allora amministrazione vi fu una lunga diatriba politica. Non solo l’opposizione comunale, ma anche i parlamentari si scagliarono contro la Poli e i suoi e in ultimo l’onorevole Teresa Bellanova presentò al Guardasigilli un’interrogazione a risposta scritta nel luglio 2008.
I costi del leasing erano, infatti, di molto superiori a quelli dell’affitto e per di più, come ben presto si venne a sapere, anche non rimborsabili da parte del Ministero della Giustizia. In questa fase l’opposizione di centrosinistra accusò la maggioranza di avere sottoposto i cittadini leccesi ad un inutile esborso milionario. Un “salasso per le tasche dei leccesi” tuonavano Salvemini, Rotundo, Benincasa e Torricelli. Successivamente, però, anche per intercessione dell’allora sottosegretario alla giustizia Alberto Maritati, si trovò una mediazione. Il Ministero (al tempo c’era Clemente Mastella) promise di riconoscere il canone del fitto al Comune, sottraendo però le spese di leasing, in quanto l’acquisto del bene non era rimborsabile. Oggi però, il sindaco chiarisce: non esiste una delibera di giunta sull’argomento, questa decisione non è mai passata dall’esecutivo. Una presa di distanza dunque nei confronti dell’ex sindaco Poli Bortone, di cui Perrone era vice ed oggi avversaria politica, ma anche una presa di posizione molto netta sui conti dell’ente, da anni gravati da forti spese. Secondo il primo cittadino, il Comune di Lecce ha elargito sinora circa 9 milioni di euro alla Selma. Una cifra pari al 60% del totale. Ma il sindaco oggi non è sicuro che l’affare sia conveniente ed oggi vuole infatti vederci chiaro. Fino ad una valutazione oggettiva di quel contratto ha deciso che non sborserà più un solo centesimo.
Per il Comune di Lecce arriva però anche una buona notizia. La Regione Puglia ha, infatti, recentemente stanziato altri 122 milioni di euro in arrivo dai fondi europei per i Piani di riqualificazione delle periferie (Pirp). Una cifra che si aggiunge ai 93 milioni in arrivo dai 200 del Piano Casa e che promette di dare nuova linfa ai comuni che inizialmente avevano visto scartati i propri progetti, magari per un vizio di forma. I nuovi stanziamenti dei Pirp, illustrati dall’assessore regionale all’assetto del territorio Angela Barbanente, riguardano una serie di comuni salentini. Da Galatina a Gagliano del Capo, passando per Nardò, Copertino, Tricase ma sopratutto per il comune capoluogo, dove diversi progetti di riqualificazione di zone periferiche altamente degradate erano tornati nel cassetto. Si trattava infatti di un progetto destinato al quartiere San Pio e di un altro riguardante invece gli alloggi popolari di via de Ferraris, alle spalle della stazione ferroviaria, inizialmente stati scartati per assenza della delibera di consiglio, prodotta in seguito, e che ora invece potranno vedere la luce.          (A. L.)