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Vendola bis, ripescata Loredana Capone

 Varata la nuova Giunta con molti “mal di pancia”. Tra le novità, Loredana Capone al posto di Frisullo, mentre Dario Stefàno prende il posto di Enzo Russo

 

Varata da Nichi Vendola la nuova Giunta regionale. Giunta numero due, dopo la bufera sanità che ne ha azzerato le cariche. Al suo interno due salentini: la prima è Loredana Capone, ex vice di Giovanni Pellegrino alla Provincia di Lecce, uscita sconfitta dalla recente tornata elettorale con Antonio Gabellone, mentre il secondo è Dario Stefàno. Escono di scena (solo dalla giunta) Sandro Frisullo ed Enzo Russo, ma li troviamo seduti all’interno del Consiglio regionale. Decisone drastica, quella del governatore di Puglia, uno sparigliamento delle carte a scapito del folto gruppo dei ‘dalemiani’ presenti in Consiglio, addirittura qualcuno ha anche azzardato che la mossa del presidente sia stata pensata per farli fuori ad un anno dalle elezioni regionali, tutto questo poi va collocato in un contesto particolare, ossia l’elezione tra qualche mese del nuovo segretario del Pd nazionale.
Altra novità di questa vicenda riguarda principalmente un altro fattore, il “no grazie” dell’ Udc e del movimento polibortoniano Io Sud, corteggiatissimi da entrambi i poli. Immediati i commenti da parte dei centristi: “Vendola farebbe bene ad azzerarsi da solo”, la prima a rispondere all´apertura di Vendola è Adriana Poli Bortone. La ‘lady di ferro’ della destra pugliese non si è lasciata ammaliare dalle sirene baresi: “Se la sua Giunta è ingovernabile dovrebbe dimettersi anche lui. Sarebbe questo il vero atto di coerenza”. Di diverso tono la dichiarazione del segretario nazionale dell´Udc, Lorenzo Cesa: “Non siamo un partito tappabuchi e non intendiamo andare al governo di città, province e regioni percorrendo scorciatoie”. Ma il partito dei cattolici ha apprezzato la svolta del governatore: “Pur apprezzando il decisionismo del presidente Vendola -ha ribadito Cesa-, esprimiamo la nostra indisponibilità alla politica delle scorciatoie”. L´Italia dei Valori, la principale forza politica accreditata all´ingresso in Giunta, commenta per bocca di Antonio Di Pietro: “Non siamo interessati alle poltrone”.
Veniamo alle deleghe ridistribuite dal presidente: nelle vesti di vicepresidente ci sarà Loredana Capone, la presidente del Pd che eredita sia la delega alle Attività produttive di Sandro Frisullo che il ruolo politico di vice-governatore. All’agricoltura, sinora retta da Enzo Russo, va invece Dario Stefàno, presidente della commissione Attività produttive del Consiglio regionale e il cui ingresso nel governo è stato contestato dal Pd per il suo passaggio dai Democratici (ex capogruppo della Margherita) all’Udc di Casini. Quindi Magda Terrevoli, segretario regionale dei Verdi e presidente della Consulta Pari opportunità subentrata all’uscita di Mimmo Lomelo. A lei viene affidata la guida dell’Assessorato al Turismo sinora retto dall’ex Udeur Massimo Ostillio, al quale verrà affidata la guida dell’Aret (l’agenzia regionale del turismo che accorperà gli Apt provinciali). Il Diritto allo Studio (la delega di Lomelo) viene inglobato nel nuovo assessorato che Vendola ha voluto creare per quest’ultimo scorcio di legislatura, d’intesa con quanto deciso dal sindaco Michele Emiliano per il Comune di Bari: è l’Assessorato al Sud, che sarà guidato dall’economista Gianfranco Viesti. L’incarico di presidente dell’Arti potrebbe presto essere affidato a Antonio Castorani. Scambio di deleghe, invece, per consentire l’ingresso di Fabiano Amati: al vicepresidente regionale dell’Anci (anche segretario regionale della Margherita) la guida delle Opere pubbliche, mentre Onofrio Introna (che ne è stato titolare sinora) reggerà l’assessorato all’Ambiente di Michele Losappio. A questi, esponente di punta del movimento di Vendola Sinistra e Libertà e anche lui confermato il compito di ereditare il Lavoro e la Formazione professionale dopo l’uscita di Marco Barbieri.
Fin qui i nuovi nomi, dopo la divulgazione di quest’ultimi Vendola ha commentato: “Non credo che la tenuta della coalizione sia a rischio. Ci sono dolori simili a quelli del parto, una nuova giunta è un parto e non c’è abilità ostetrica che renda completamente indolore questo passaggio. Le ragioni politiche dell’esperimento che abbiamo costruito in Puglia sono di fronte agli occhi di tutti. Andremo avanti”.

Carla Falcone