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Vaccini: reazioni avverse e azioni legali

A Taurisano un bambino di 15 anni è stato male dopo che gli è stato somministrato un potente mix di vaccini. E il Codacons ha diffidato il Ministero della salute perché dal 2013 non rende noti i dati sulle reazioni per tipologia di antidoto

 

Sulla questione vaccini occorre, tuttavia, vederci chiaro fino in fondo. È quello che sta provando a fare il Codacons che ha deciso di diffidare il ministro Lorenzin, invitandola a pubblicare i dati sulle cosiddette reazioni avverse (ADR) alle vaccinazioni nei bambini che da qualche anno a questa parte vengono negate alla pubblica opinione. Infatti, sino al 2013 l’Agenzia del Farmaco ha reso pubblico il “Rapporto sulla sorveglianza postmarketing dei vaccini in Italia”, in cui si rendeva conto, di anno in anno, circa le segnalazioni di reazioni avverse registrate in Italia per ogni tipologia di vaccino: in particolar modo, esavalente, trivalente e tetravalente, antipneumococcico, antimeningicoccico, contro il morbillo, la rosolia, la parotite, la varicella, la vaccinazione HPV, l’antinfluenzale stagionale.

Dal 2013 ad oggi, comunque, del rapporto dell’Agenzia del Farmaco non vi è più alcun segno, eppure secondo il Codacons sarebbe un contributo fondamentale sulla strada della trasparenza e della correttezza verso i cittadini che vogliono essere a conoscenza di eventuali controindicazioni dei vaccini da somministrare ai propri figli. Nell’ultimo documento a disposizione le segnalazioni di reazioni insorte dopo la somministrazione dell’esavalente sono state 1.343, con un tasso pari a 90 sulle 100mila dosi vendute; 141 sono state le reazioni gravi, dove per reazioni gravi si intendono la piressia e iperpiressia, ma anche disturbi psichiatrici o patologie relative al sistema nervoso. In totale, per il complesso di vaccini inclusi nell’indagine, le segnalazioni di reazioni avverse nel 2013 furono 3.727.

“Il Ministro Lorenzin vuole imporre la vaccinazione di massa dei bambini addirittura portando da 4 a 12 i vaccini obbligatori, ma se vuole farlo non può nascondere le reazioni avverse, perché è diritto delle famiglie avere una informazione completa e trasparente -ha affermato il presidente nazionale di Codacons, Carlo Rienzi-. Per questo abbiamo presentato una diffida nei confronti del Ministro della salute affinché pubblichi tutti i dati relativi alle reazioni ai vaccini per il periodo che va dal 2014 ad oggi”. 

Un esempio di reazione avversa ai vaccini si è verificata nei giorni scorsi a Taurisano dove un bimbo di appena 15 mesi era stato portato dai genitori presso l’ospedale per ricevere il vaccino tetravalente (rosolia, morbillo, parotite e varicella) a cui è stato aggiunto anche quello contro l’epatite A. Un mix potente che ha generato nel piccolo convulsioni per 20 minuti, febbre alta, diarrea e difficoltà respiratorie. Infatti, come spiega l’avvocato della famiglia, l’Agenzia Italiana per il Farmaco consiglia di suddividere il vaccino quadrivalente, magari somministrando prima la parte relativa a morbillo, rosolia e parotite e in una seconda fase la varicella, il tutto per evitare il rischio di convulsioni febbrili. A Taurisano, invece, oltre a fare contemporaneamente tutti e quattro i vaccini è stato aggiunto anche quello contro l’epatite A. 

 

Alberto Fedele (Asl Lecce): “Niente panico: vaccinarsi si può e si deve fare” 

 

La corsa ai vaccini, innescata dall’approvazione del decreto Lorenzin, rischia di creare intasamenti, dal momento che le richieste sono eccessive rispetto alle possibilità fisiche delle Asl di espletare immediatamente il servizio. Ne abbiamo parlato con il direttore del Dipartimento di Igiene e Sanità pubblica dell’Azienda Sanitaria Locale di Lecce, il dottor Alberto Fedele

Direttore Fedele, qual è la situazione a Lecce e provincia in merito ai vaccini?

Di sicuro c’è stato un abbassamento delle vaccinazioni, in particolare per quelle relative a morbillo, rosolia e parotite. Negli ultimi anni c’è stata una sorta di tam tam mediatico sfavorevole che ha amplificato le paure della gente che dal nostro punto di vista sono immotivate. Questo ha fatto sì che ci fosse un calo delle adesioni alle vaccinazioni ed è stato questo il motivo che ha indotto il Ministero della salute a presentare il decreto legge che è stato approvato nei giorni scorsi.

Ad oggi, invece, qual è la situazione? Avete registrato qualche cambiamento?

Da un po’ di tempo a questa parte c’è stata una ripresa e anche il decreto ha in un certo senso smosso le coscienze. C’è un ritorno all’adesione, il problema è che nel corso degli anni si sono accumulati un bel po’ di soggetti che avrebbero dovuto fare i vaccini e non li hanno fatti. Per questa ragione i recuperi sono più difficili da fare sia perché i bambini sono cresciuti nel frattempo e cambiano le schede dei vaccinati, sia perché noi siamo sotto pressione. Quando ci sarà la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della nuova legge vedremo, si parla anche di circolari applicative e in base a quelle ci orienteremo.

Ci sono stati in provincia di Lecce casi di medici “obiettori”, contrari ai vaccini?

Salvo un caso che noi conosciamo di un medico di medicina generale che non ha aderito in maniera significativa alla vaccinazione antinfluenzale, non ci sono altri episodi. È chiaro che in un contesto come questo basta che un medico storca un po’ il naso per far venire un dubbio. Per quanto riguarda i bambini piccoli con i pediatri il rapporto è collaudato, da sempre abbiamo un buon rapporto e lavoriamo in sintonia. 

 

Ma in Italia un operatore sanitario su 10 non è vaccinato

 

L’obbligo di vaccinarsi contro il morbillo e la rosolia potrebbe presto estendersi anche agli operatori sanitari attraverso un emendamento al decreto legge Lorenzin. E il motivo è presto detto: sono diversi, tra medici ed infermieri, a non immunizzarsi, creando complicanze e disagi ai pazienti che hanno in cura. L’obbligo potrebbe scattare almeno per quel che concerne i vaccini contro parotite, rosolia e morbillo -per le quali si fa la trivalente- più la varicella. 

Anche qui i numeri introducono una riflessione di fondo: in Italia un operatore su dieci non è immunizzato, il 40% di essi ha saltato il richiamo dell’antitetanica, rendendo sostanzialmente inutili gli effetti del primo vaccino. Numeri ancora peggiori per il vaccino contro le influenze, che viene snobbato dalla stragrande maggioranza, eppure l’influenza ogni anno determina la morte di 80mila persone per complicazioni varie, specie tra gli anziani e gli immunodepressi.

Emblematico, poi, è il caso proprio del morbillo, dove “l’untore” è spesso proprio chi dovrebbe curare i pazienti. 

 

Alessio Quarta