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Immunità di Stato

Il decreto Lorenzin sancisce l’obbligo della vaccinazione per i bambini da 0 a 6 anni (condizione necessaria per l’iscrizione a scuola), prevedendo sanzioni per i genitori inadempienti. I vertici della Asl hanno accolto favorevolmente il provvedimento, in quanto nel Salento, dal 2009 al 2013, è stato registrato un calo vertiginoso delle vaccinazioni soprattutto contro morbillo e epatite A; tuttavia, molti dubbi rimangono sulla mancanza di dati statistici ufficiali in merito alle reazioni avverse per tipologia di antidoto  

 

Tra il 1° gennaio e il 21 maggio 2017 al Sistema di sorveglianza integrata nazionale per il morbillo e la rosolia sono stati segnalati 2.581 casi di morbillo in 18 su 21 regioni italiane. Questi i dati diffusi dal nono bollettino settimanale prodotto dall’Istituto Superiore di Sanità giusto il 23 maggio scorso. D’altronde che la situazione fosse sfuggita di mano si era abbondantemente compreso: colpa, in principal modo, del proliferare di fake news e di teorie pseudoscientifiche antivaccini che hanno cominciato a serpeggiare sui social network negli ultimi anni. E così in tanti hanno deciso di combattere la loro personalissima battaglia contro le case farmaceutiche decidendo di non vaccinare i propri bambini. 

Una situazione su cui il Ministero della Salute è intervenuto in maniera intransigente, con un decreto legge fortemente voluto dal ministro Beatrice Lorenzin, contenente misure urgenti in materia di prevenzione. I vaccini obbligatori dai 0 ai 6 anni passano da 4 a 12, comprendendo anche quelli per il morbillo, parotite e rosolia, la pertosse e l’Heamophilus B, la varicella e il meningococco B e C. Ma a far discutere, oltre alla limitazione della possibilità di scelta, sono le eventuali sanzioni per i genitori che proveranno a iscrivere i bambini a scuola senza far loro i necessari vaccini. Si va dalla multa, dai 500 euro ai 7.500 euro, per arrivare nei casi più gravi alla sospensione della potestà genitoriale.

Il provvedimento partirà da subito, dal prossimo anno scolastico, quando a settembre tutte le famiglie prima dell’iscrizione dovranno presentare un certificato con tutte le vaccinazioni effettuate.

Un obbligo che si estende gradualmente fino ai ragazzi del secondo anno di scuola superiore, quindi sino ai 16 anni. Il decreto prevede inoltre che potrà essere esente dall’obbligo di vaccinazione chi certifica gravi rischi per la salute per via di “specifiche condizioni cliniche documentate”: i bambini non vaccinabili verranno regolarmente ammessi a scuola e inseriti “in classi in cui non sono presenti altri minori non vaccinati o non immunizzati” per via del cosiddetto ‘effetto gregge’, vale a dire che la copertura vaccinale non deve scendere sotto il 95%, indice che garantisce la sicurezza anche a chi non può vaccinarsi per patologie o allergie. “Si è superata l’impostazione che a fine anni ’90 ci fece passare da un sistema vincolistico a uno lassista -ha dichiarato il ministro Lorenzin-. Le vaccinazioni sono il primo strumento utile di sanità pubblica: non un elemento lasciato ad ampi spazi facoltativi”. 

 

Al Salento la maglia nera per i vaccini 

 

La situazione pugliese nel corso degli ultimi anni rispecchia abbastanza fedelmente quanto avviene in altri contesti regionali, con un calo vertiginoso di alcune vaccinazioni e il ripresentarsi di focolai di malattie che si ritenevano sotto controllo. E la provincia di Lecce non fa eccezione. 

Il Bollettino delle coperture vaccinali, prodotto dall’Osservatorio Epidemiologico Regionale, che stila un resoconto sulle attività di monitoraggio relativo alla somministrazione di vaccini, fa emergere alcuni dati significativi. Il calo più sostanzioso nella provincia di Lecce riguarda i vaccini trivalenti, che coprono dal rischio di contagio per il morbillo, la rosolia e la parotite. Qui si passa dal top raggiunto nel 2007 con il 92,8% all’83% del 2013, un calo in 6 anni di quasi 10 punti percentuali. Un trend al ribasso che viene confermato anche per quel che concerne altri tipi di vaccinazioni, come ad esempio l’esavalente che comprende difterite, tetano, pertosse, antipoliomelite, epatite B e Hib che dalla copertura quasi totale con il 97,9% del 2009 scende al 94% del 2013. Numeri in discesa anche per i vaccini antipneumococco e meningococco: nel primo caso, dal 2009 al 2013, si passa dal 96,6% al 92,7%; mentre nel secondo caso, si passa dall’82,2% al 76,6%. C’è da dire, tuttavia, che nel 2014 i numeri sono tornati parzialmente a salire, complice forse le notizie diffuse dalla stampa per nuovi allarmi legati alla meningite, con i vaccini antipneumococco risaliti al 94,2% e quelli antimeningocco all’80,5%. Decisamente più eclatante il calo registrato nelle vaccinazioni contro l’epatite A che nel 2009 aveva interessato il 76,1% dei cittadini leccesi e nel 2013 solo il 55,6%.

Ad oggi, dopo l’approvazione del decreto Lorenzin, sono circa 2.600 i bambini salentini che devono regolarizzare la propria posizione con i vaccini. Un numero impressionante che molto probabilmente non riuscirà ad essere soddisfatto prima dell’inizio dell’anno scolastico, a cui si potrà accedere comunque certificando che si è incominciato l’iter della vaccinazione con la calendarizzazione delle prenotazioni. 

 

Alessio Quarta