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Università Islamica a Lecce, pochi iscritti e tanti dubbi

Sarebbero già una cinquantina gli iscritti ai corsi di lingua araba e Teologia in partenza a ottobre. Ma in tanti si chiedono da dove arriveranno i finanziamenti per l’iniziativa 

Sono giorni di grande dibattito per il capoluogo salentino. Al centro della bufera la proposta di avvio di un nuovo progetto: l’apertura della prima Università Islamica d’Italia, proprio nella città di Lecce, nel cuore dell’Europa mediterranea. Si tratterebbe di un ateneo di stampo prioritariamente umanistico e, secondo le indicazioni del progetto, già da ottobre prossimo dovrebbe partire il primo corso in Teologia e a seguire, nel giro di tre anni, il corso di studi in Agraria e Medicina.
Ideatore e promotore del progetto, un imprenditore salentino convertito all’Islam, Giampiero Khaled Paladini, che ha già individuato la sede del nuovo ateneo con l’aiuto di finanziatori mediorientali, di cui al momento però non si conoscono i nomi. Tutto questo ha fatto nascere in seno alla comunità e all’Amministrazione leccese, delle perplessità circa la trasparenza e la sicurezza relative alle fonti di finanziamento e alle tempistiche così improvvise.
Per contro dalla Fondazione Confime, creata proprio in questi giorni per seguire i lavori di segreteria e organizzazione, giungono notizie importanti: ad oggi sono già 50 le richieste di iscrizione ai corsi di lingua araba e Teologia per la formazione di nuovi Imam. Le prenotazioni sembra che arrivino tutta Italia ed in particolare, per ciò che riguarda i corsi di lingua, da Bari, Lecce e Taranto. Si tratta essenzialmente di cittadini italiani convertiti all’Islam, ma anche di cittadini residenti in Italia ma di origini straniere.
In seguito alla diffusione della notizia, infatti, e a maggior ragione, in risposta alle dichiarazioni di Paladini, che ha fatto sapere d’aver già consultato il Miur, il quale ha sostenuto che non esistono particolari ostacoli alla nascita di un’università privata di carattere confessionale, a patto che siano rispettati i paletti della legge già in vigore in tema di accreditamento dei programmi e dei docenti, la comunità di internauti ha prontamente risposto con la creazione di una pagina Facebook, che conta più di mille iscritti i quali dicono a gran voce “no” alla realizzazione di un’università islamica.
La pagina “No all’Università Islamica” è un valido indice per valutare la portata della discussione intorno alla proposta, soprattutto se si tiene conto che solo nell’ultima settimana ci sono stati più di 150 “mi piace”. L’idea di portare la questione sul social network è stata promossa da Maria Cristina Mariano, 28enne che frequenta Lecce per ragioni di lavoro e che collabora con un sito di informazione in web. “Dopo le minacce dell’Is -dichiara- non credo che questo sia, in particolare per l’Italia, il momento migliore per dare il via a iniziative del genere. Si porrebbero delle cruciali questioni di sicurezza difficili da gestire: chi controllerà che tra gli iscritti non ci siano delle pericolose infiltrazioni? Tra le persone che hanno ci hanno mostrato sostegno in questi giorni, molti si dicono favorevoli all’organizzazione di una civile manifestazione che esprima tutto il disappunto della popolazione leccese”.

Ma Palazzo Carafa non “benedice” il progetto

L’Amministrazione di Lecce ha, per parte sua, sancito un categorico rifiuto, che prende le mosse soprattutto dal delicato periodo storico che l’Occidente sta vivendo nei riguardi della cultura islamica: “Non possiamo far finta di non sapere dove viviamo e che cosa sta succedendo nel mondo -spiega l’Assessore all’Urbanistica Severo Martini-. C’è da tenere in conto, poi, la questione tecnica relativa agli spazi, dal momento che gli unici dedicati all’Università sono quelli all’interno di Ecotekne e dunque l’Ateneo salentino dovrà necessariamente avere un ruolo di rilievo nella faccenda”.
Il sindaco Paolo Perrone, intanto, prende tempo e valuta, mentre da tutte le parti politiche si manifesta una certa diffidenza relativa, lo ricordiamo, alle modalità di realizzazione e alle tempistiche.  “Allo stato attuale delle cose non conosciamo nulla sull’origine dei finanziamenti che verrebbero indirizzati alla realizzazione del progetto -spiega Angelo Tondo, presidente della Commissione Urbanistica del Comune e inoltre-. Trattandosi di università, non vedo perché far sorgere un altro ateneo quando quello leccese è perfettamente in grado di provvedere a qualsiasi attività didattica e formativa”.
Dai toni più diplomatici, invece, l’intervento di Damiano D’Autilia, capogruppo di Forza Italia secondo il quale prima di prendere il considerazione il progetto, sarebbe il caso di dedicarsi a un confronto aperto e approfondito sul tema: “L’Università Islamica a Lecce sarebbe la prima in Italia e non comprendiamo bene le ragioni di questa scelta. Lecce ha sempre dimostrato accoglienza, ma questa mi sembra un’accelerazione immotivata e inopportuna.”

 

Patrizia Miggiano