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Un’estate di fuoco

Mai come quest’anno la nostra terra è stata colpita da pericolosi incendi di grosse dimensioni. E tra l’evidente responsabilità dell’uomo, il lavoro dei Vigili del Fuoco viene reso più difficile dalle riduzione dei fondi decisa dalla Regione 

 

Da tanti, troppi anni giungono con una puntualità inquietante. Quando si avvicina la metà della stagione estiva il Salento diventa preda delle fiamme: incendi e roghi di piccole e grandi dimensioni distruggono ettari ed ettari di terreno, interessando soprattutto sterpaglie, vegetazione secca e boschi. 

Quest’anno, però, il fenomeno ha raggiunto dimensioni mai registrate finora; un allarme che è stato diffuso dai sindacati rappresentanti dei Vigili del Fuoco della provincia di Lecce, Fns Cisl, Cgil VVF, Confsal VVF. In una lettera inviata lo scorso 27 luglio al prefetto Claudio Palomba le tre organizzazioni hanno denunciato una situazione di assoluta emergenza: rispetto agli anni scorsi sono infatti aumentati gli interventi di contrasto agli incendi, con conseguente e corrispettivo incremento del rischio per l’incolumità dei cittadini e degli stessi Vigili del Fuoco. Esponenzialmente sono aumentate anche le segnalazioni al 115, con conseguenti difficoltà degli operatori telefonici, che devono gestire le attese e valutare la gravità dell’allarme. Oltre alle operazioni di contenimento e spegnimento delle fiamme, inoltre, i Vigili del Fuoco devono anche badare agli automobilisti costretti a fermarsi davanti alla coltre di fumo, diventando così potenziale causa di incidenti, nonché ai proprietari dei terreni che bruciano e ai proprietari di stabili, abitazioni, strutture turistiche, attività commerciali e altri terreni in prossimità di sterpaglie e che per questo possono facilmente venire coinvolti dall’incendio. 

Eppure, secondo i sindacati, la soluzione per contrastare il fenomeno degli incendi esiste, e consisterebbe nella realizzazione di fasce protettive lungo tutto il perimetro dei terreni con sterpaglie, così che un eventuale incendio non si propaghi alle aree circostanti. Oltre agli incendi in sé, però, a rendere il lavoro più difficile ai Vigili del Fuoco è la decisione della Giunta regionale di ridurre di ben il 60% i fondi per la Campagna Incendi Boschivi. E le difficoltà si stanno palesando in modo evidente, come sottolinea Alessandro De Giorgi, responsabile della sezione leccese della Uilpa Vigili del Fuoco: “Fino al 25 luglio abbiamo avuto una squadra in meno e inoltre la Regione Puglia non prende in considerazione l’idea di destinare fondi per assegnarci dei nuovi mezzi. Quelli attuali sono vecchi e fatiscenti, hanno migliaia di chilometri e spesso hanno bisogno di riparazioni e manutenzioni”. Quanto alle cause degli incendi De Giorgi ha pochi dubbi: “L’autocombustione esiste ma è molto rara. Il 99% dei roghi è di origine colposa, ma non si può certo escludere del dolo; d’altronde è strano che, in questo periodo, ogni volta che soffia un vento di 30-40 nodi si verificano incendi sempre nelle stesse aree, come Porto Badisco, Santa Cesarea Terme, Cesine, Parco Rauccio o Gallipoli”.

 

Salento in fumo dall’Adriatico allo Ionio 

 

Lo scorso 2 agosto è stata l’area compresa tra San Cataldo e Frigole ad essere avvolta dalle fiamme; un incendio pericoloso e molto ampio da richiedere l’intervento di un Canadair e che ha interessato anche il Parco del Rauccio. Lo stesso giorno, e nelle stesse ore, bruciavano anche alcune aree nei pressi di Torre Chianca, mentre più a sud è stata la parte alta di Santa Cesarea Terme (ancora una volta) ad avere a che fare con dei roghi. Non solo, incendi sono divampati anche nelle campagne tra Nardò e Porto Cesareo e a Lecce in via Vecchia Surbo. Quattro diversi episodi verificatosi nello stesso giorno e a 24 ore di distanza dall’enorme rogo sviluppatosi a Otranto, in un area non distante dai territori di Martano e Uggiano La Chiesa. 

Una estate molto calda che, prima di questi episodi, ha visto le fiamme divampare a Santa Cesarea Terme, in quello che forse rappresenta l’incendio più grave di quest’anno; prima ancora era capitato a Gallipoli, Ortelle, Vitigliano e Villa Casina alle porte di Maglie. Ad inizio luglio un rogo era stato domato sulla Santa Cesarea Terme-Castro, mentre pochi giorni prima era toccato ad una campagna tra Poggiardo e Surano. 

Le prime avvisaglie, però, si erano avute a fine maggio, quando divampò un incendio nella baia Acquaviva di Diso. Tanti altri piccoli roghi si sono formati in altre aree salentine, a dimostrazione che il fenomeno rappresenta per il territorio una vera emergenza. 


Alessandro Chizzini