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Una sanità a due velocità

Rinnovati i contratti per 27 medici precari dei Pronto soccorso salentini, ma gli operatori che assistono i malati oncologici smetteranno di lavorare il 1° aprile per mancanza di risorse 
 
I contratti degli operatori che prestano assistenza ai malati oncologici scadranno proprio l’ultimo giorno di marzo. Dal 1° aprile il territorio salentino si troverà a fare i conti con un’emergenza sanitaria e a farne le spese saranno per primi i malati e in secondo luogo ai lavoratori che prestano un’opera utilissima. 
Già rinnovato lo scorso 31 dicembre, il servizio di assistenza ai malati oncologici è a rischio chiusura: sotto contratto sono 50 operatori sanitari e 50 autisti che prestano sostegno ai malati dell’Asl di Lecce. E le proteste che vanno avanti da mesi non hanno fatto altro che spostare avanti di poco la scadenza delle prestazioni ormai rinnovate a 30 o 60 giorni. Era stato il direttore generale Valdo Mellone, con un’informativa, ad annunciare che per gli operatori socio sanitari dell’Asl salentina e per gli autisti non ci sarebbe stata la possibilità di proroga del contratto. L’azienda, infatti, secondo quanto riferisce lo stesso direttore generale, non può assumere altri oneri a causa della mancata soluzione del problema a livello regionale. Si tratta di un servizio che assicura la deospitalizzazione dei malati senza il quale dovrebbero essere ricoverati nelle strutture ospedaliere con aggravio di spese per l’Asl. 
In questo contesto drammatico una nota positiva è tuttavia la notizia di questi giorni del rinnovo dei contratti dei 27 medici precari che operano nei vari Pronto soccorso della provincia di Lecce, contratti inizialmente destinati a cessare anch’essi il prossimo 31 marzo. I medici, che finora sono andati avanti con contratti a termine della durata di pochi mesi, potranno continuare così a prestare la propria fondamentale opera sino al prossimo 30 settembre, poi si vedrà. Ottavio Narracci, direttore sanitario della Asl di Lecce si auspica che in questo lasso di tempo la Regione Puglia riesca a individuare una soluzione definitiva per questi professionisti, che fino a pochi giorni fa hanno portato avanti una dura protesta presso la Direzione generale della Asl a Lecce. Certo è che non tutti i 27 medici potranno essere stabilizzati, in quanto alcuni di loro non sono in possesso della specializzazione in Medicina d’urgenza e dunque non potranno essere assunti a tempo indeterminato. Si attende anche la sentenza della Corte Costituzionale per 16 di loro precedentemente stabilizzati e poi retrocessi.
 
Ed è ancora fiato sospeso per i 530 ex stabilizzati
 
I medici de-stabilizzati minacciano nuove agitazioni. Si tratta di 530 operatori sanitari che attendono una parola definitiva sulla questione. L’Assessorato alla Sanità della Regione spera di avere l’occasione da parte del Ministero della Salute una deroga sul blocco del turn-over per il personale in modo da poter coprire i posti vacanti perché la Puglia ha rispettato tempi e conti del piano di rientro. Tutto si giocherebbe sui pensionamenti che arriveranno nel corso dell’anno questo darebbe la possibilità di sostituirli nel rispetto dei parametri fissati per la spesa del personale (-1,4% su quella del 2004). 
A sollecitare una soluzione rapida Salvatore Negro, presidente del gruppo Udc in Consiglio regionale: “Quella legislativa è l’unica via percorribile per non correre il rischio di un nuovo intervento da parte della Corte Costituzionale. Per questo concordiamo con l’opinione del professor Ernesto Sticchi Damiani che basterebbe abrogare, con una nuova disposizione di legge, l’art. 16 per risolvere il problema e far ritornare al loro posto tutti gli ex stabilizzati”.