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Un lungo rifiuto

Nei giorni scorsi la questione rifiuti è emersa nuovamente e con forza evidenziando un quadro complesso, fatto di scontri tra l’Ato Le/2, i sindaci dei Comuni -accomunati dai debiti verso la stessa Ato- e il gruppo Co.ge.am, che gestisce gli impianti di smaltimento e che chiede il saldo degli arretrati. Intanto i lavoratori degli stessi impianti non vengono pagati da tempo e minacciano nuovi scioperi, impedendo l’accesso degli autocompattatori 
 
Apparentemente il ciclo è semplice, eppure si è interrotto: il denaro non arriva ai lavoratori della filiera dei rifiuti, che hanno incrociato le braccia, rifiutando l’accesso degli autocompattatori negli impianti di smaltimento. Come se non bastasse su tutto ciò grava la spada di Damocle della Regione Puglia, da dove le direttive sono state chiare: la Giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Ambiente Lorenzo Nicastro, ha approvato un provvedimento di nomina di commissari ad acta per i Comuni che non hanno raggiunto la soglia del 15% di raccolta differenziata o che entro l’agosto 2011 non avevano fatto richiesta dei finanziamenti che riguardavano il potenziamento del servizio di raccolta “porta a porta”. Solo nel Salento 15 Amministrazioni comunali su 46 complessive in Puglia sono cadute sotto la scure della direttiva. 
Mercoledì scorso in prefettura a Lecce si è cercato di fare il punto sulla questione. Presenti i rappresentanti di tutti i Comuni che fanno parte dell’Ambito territoriale Le/2, Antonio Albanese per il gruppo Co.ge.am,  il presidente della Provincia Antonio Gabellone, il presidente dell’Ato Le/2 Silvano Macculi, il prefetto Giuliana Perrotta e il capo di gabinetto Guido Aprea. L’incontro ha avuto l’obiettivo specifico di sensibilizzare i sindaci ad appianare le situazioni debitorie verso l’Ato, e di quest’ultima verso la società Progetto Ambiente facente parte del consorzio Co.Ge.Am. Il prefetto ha tentato di mediare la questione abbastanza spinosa, rimandando eventuali singole eccezioni dei sindaci ad altra sede (ossia l’incontro diretto Ato-Amministrazione). 
A focalizzare l’attenzione il tema principale, l’aspetto economico. Da parte di Co.ge.am (che vanta un credito di circa 6 milioni di euro dall’Ato Le/2) la richiesta è stata chiara: 3 milioni di euro a breve giro. Dunque una prima, parziale schiarita visto che l’Ato dispone di 2 milioni e il restante milione sarà versato nei prossimi giorni dalla maggior parte dei Comuni, chiamati a dichiarare singolarmente la disponibilità di fondi. Sempre durante l’incontro è emersa la prospettiva, a partire da aprile che Co.ge.am tratti direttamente con i sindaci, per poter agire più fluidamente verso i singoli Comuni insolventi. Dunque, nonostante gli intoppi, pare ci si avvii lentamente verso una schiarita, anche se più di un interrogativo di fondo rimane. 
 
La black list dei Comuni debitori dell’Ato Le/2
 
Per quel che riguarda l’Ato Lecce 2 la maglia nera in assoluto spetta a Galatina, con un debito di 1.273.132,30 euro. Seguono Cursi con 986.529,05, Otranto con 958.928,78, Castrignano dei Greci con 821.854,39 e Scorrano con 750.787,37 euro. 
Dall’altro capo della classifica, tra i comuni più virtuosi in assoluto svetta Santa Cesarea Terme il cui passivo è pari a 0 (unico caso in provincia di Lecce), ma si difendono bene anche Uggiano La Chiesa con un debito di 35.280, 23 euro, Neviano (55.574,19), San Cassiano (60.706,32) e Botrugno (69.551,08). Nel mezzo altri 35 Comuni con valori che oscillano da un minimo di 70mila a un massimo di oltre 700mila euro.
 
M. Maddalena Bitonti