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Una città sempre più smart

Dall’Assessorato all’Innovazione Tecnologica nuove proposte per una maggiore diffusione delle tecnologie digitali nei servizi ai cittadini e ai commercianti 

 

La storia della città in questi ultimi anni si è arricchita di un nuovo aggettivo: digitale. Ai più questo termine forse ancora poco dice e nella migliore delle ipotesi lo si associa alla televisione. La rivoluzione digitale arriva a Lecce: si potrebbe riassumere in questo modo il pensiero che furoreggia nel capoluogo salentino voluto sia dal sindaco Paolo Perrone che dal suo assessore all’Innovazione Tecnologica, Alessandro Delli Noci. Dopo Lecce messapica, romana, rinascimentale e barocca adesso è il tempo di quella digitale. Con una grande differenza, però, rispetto alle precedenti: quella digitale non esclude nessuna delle altre, sono tutte incluse, partecipi, compresenti in una relazione permanente e continuativa. 

Cosa significa questo per il cittadino comune, per chi voglia vivere la città in tutti i suoi aspetti? È molto semplice: si traduce in una maggiore accessibilità ai servizi e partecipazione ai miglioramenti degli stessi, alla comunicazione del cittadino con le istituzioni, alla migliore gestione delle risorse. Il tempo di uno è il tempo di tutti. Lecce si proporrà al visitatore virtuale senza confini geografici (la rete non ha confini) si potrà visitare virtualmente la città e i suoi monumenti prima ancora di venirci realmente. Servizi al cittadino, uno sportello virtuale, smart, intelligente che aiuterà a capire cosa e dove cercare; iscrizioni alle scuole on line, internet ad alta velocità nelle così dette “zone franche”, servizi diretti agli immigrati. 

Vale la pena soffermarsi però su un aspetto in particolare e questo per un motivo di una semplicità estrema. L’ultimo aggettivo che qualifica questa rivoluzione è proprio quello del suo aspetto umano, anzi umanitario. È facile associare il mondo digitale alle trasparenze e alla lucentezza di certe fibre oppure di certi spazi “da computer” algidi e distaccati ma quando questa connessione consente di mettere in contatto i proprietari di bar, ristoranti, attività di catering con una centrale unica a cui possano attingere informazioni strutture come la Caritas diocesana o il Banco alimentare, ebbene, la rivoluzione digitale a un tratto acquisisce un volto tutto umano. Grazie ad un’app per smartphone gli esercenti potranno comunicare la quantità di alimenti in eccesso (e per questo motivo avranno uno sconto sulla Tares), gli enti assistenziali sapranno in tempo reale di questa disponibilità alimentare e provvederanno alla raccolta e alla distribuzione a chi ne ha bisogno. Al sindaco Paolo Perrone, all’assessore Delli Noci una sola domanda: chi sarà dietro queste reti, questi sportelli digitali e dovrà dare risposte sarà all’altezza della situazione? Il problema continua ad essere umano perché in una città digitale, smart, intelligente anche gli uomini devono essere smart. 

 

Fabio Antonio Grasso