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Movida, croce e delizia

Il caso Depardieu ha creato a Lecce due fronti contrapposti: da una parte i titolari e i frequentatori di locali, che non intendono rinunciare alla vita notturna e sono pronti a metterci la faccia, e dall’altra i residenti del centro storico, che chiedono all’Amministrazione municipale e alle Forze dell’ordine regole più severe e maggiori controlli. Intanto su Facebook impazza la satira che vede protagonista “lu Gerardu de Lecce” 

 

Chi ha più di quarant’anni probabilmente ricorda ancora Lecce fino a vent’anni fa, quando il centro storico si presentava ancora poco illuminato (e poco sicuro), con pochissimi locali pubblici aperti fino a tardi. Della movida si poteva solo fantasticare, ascoltando i racconti degli amici studenti universitari fuori sede. Oggi la situazione è molto cambiata: la movida è diventata parte del DNA del capoluogo, facendolo diventare un polo di attrazione per i giovani di ogni parte del Salento e delle province di Brindisi e Taranto, che ogni week-end si uniscono ai leccesi e agli studenti universitari, affollando le piazze e le strade del centro storico fino a tarda ora. 

Una “dolce vita” notturna all’insegna di quella joie de vivre tutta salentina che rende Lecce attraente per tutti, o quasi. Tra quelli che questa joie de vivre proprio non riescono a digerirla c’è Gérard Depardieu, l’attore francese che inseme alla sua compagna Clementine Igou tempo fa ha comprato casa in via Benedetto Cairoli e che ha serie difficoltà a dormire serenamente a causa del clamore generato dagli avventori del locale che si trova sotto la sua abitazione, il “Nando’s Biereteque” di proprietà di Nando Carrozzo. I fatti sono noti: il 26 dicembre scorso Depardieu ha presentato una denuncia in questura lamentando di non essere stato in grado di riposare a causa del rumore (sarebbe anche andato a rimproverare di persona il gestore, senza ottenere soddisfazione). Inoltre la notte tra il 27 e il 28 dicembre sembra che lo stesso Depardieu abbia gettato acqua sui frequentatori del pub, nonostante l’ordinanza comunale consenisse al locale di proporre musica e rimanere aperto fino all’alba. 

L’episodio è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso: da tempo infatti è in corso in città un dibattito acceso che vede contrapposti da un lato gli esercenti e i frequentatori dei locali e dall’altro i residenti nel centro storico solidali con l’attore francese e uniti in un comitato spontaneo che da tempo sta facendo pressione sull’Amministrazione comunale perché vengano intensificati i controlli da parte delle Forze dell’ordine e perché venga approvato il nuovo regolamento che dovrebbe mettere ordine con regole più severe. E se il rumore è stato il casus belli per Depardieu, la questione è di fatto più complessa in quanto riguarda anche il decoro urbano (vale la pena di ricordare la vicenda dei bagni chimici installati nei pressi del Teatro Romano a maggio e tolti a metà giugno scorso perché danneggiati da atti vandalici) e la sicurezza (la chiusura della piazzetta del Convitto Palmieri è un esempio lampante). E dunque la soluzione non sarà semplice.

 

E i sostenitori di Nando ci mettono la faccia 

 

Il braccio di ferro tra favorevoli e contrari alla vita notturna da un paio si settimane si è spostato dalle aule di Palazzo Carafa e della Camera di Commercio ai social network. Visitando infatti la pagina Facebook “Io per la Movida ci metto la Faccia” è possibile visionare le foto realizzate da Alberto Caroppo che ritraggono uomini e donne (singolarmente, in coppia e in gruppo), ciascuno con un cartello indicante la scritta “Lecce Police Departement”, un numero sequenziale e la data in cui è stata scattata la foto. Un primo shooting è stato realizzato l’11 gennaio e il successivo il 22 gennaio. In particolare oltre 230 ragazzi hanno posato in 130 scatti l’11 gennaio scorso. Ognuno di loro ha scelto dunque di metterci la faccia per ribadire il prorio attaccamento alla movida e il proprio sostegno a Nando Carrozzo, che ha promosso il progetto -a metà tra l’ironico e il goliardico, ma soprattutto creativo- ideato da Fabiana Quarta

E lo stesso Nando Carrozzo ci ha messo orgogliosamente la faccia, deciso a difendere la buona fede del proprio locale e che da questa storia si sente in fondo danneggiato. Sulla querelle con l’attore francese il titolare della Biereteque getta acqua sul fuoco: “Io sono una persona civile e fra me e Depardieu non c’è stata alcuna lite, solo uno scambio di opinioni. Questo non vuol dire che io non reputo eccessivo il suo comportamento, ma tengo a precisare che non c’è stato alcuno scontro. Tra l’atro -aggiunge Carrozzo- il mio non è l’unico locale in via Cairoli, voglio precisare che c’è un decreto ministeriale (la legge “Salva Italia”, ndr) che prevede l’apertura dei locali anche per tutta la giornata”. 

In effetti, Carrozzo è un imprenditore che gode della stima dei residenti. Una cosa però è certa: la movida piace e un gran numero di persone di tutte le età non sono affatto disposte a rinunciarci. L’esperienza di “Io per la Movida ci metto la Faccia” lo testimonia. L’idea è di costruire un archivio che diventerà una mostra esposta nel locale. E a chi ricorda che la Biereteque e gli altri locali in via Cairoli esistevano già da molto tempo prima che Depardieu acqusitasse la propria casa, si aggiunge chi ricorda che da quando esiste la movida il valore delle case del centro storico di Lecce è incrementato e di tanto. La questione è adesso individuare quelle aree più critiche all’interno del centro storico dove un’elevata concentrazione di locali aperti al pubblico rende le condizioni di vita dei residenti realmente difficili. 

 

Andrea Colella