Siglato un accordo tra l’Istituto “Columella” e la Caritas Diocesana di Lecce: gli studenti che avranno dei voti bassi recupereranno facendo volontariato presso la mensa dei poveri e le altre strutture
Vai male a scuola? Oltre allo studio, c’è un modo semplice ed efficace per recuperare: il volontariato. È questa, in sintesi, l’idea che dev’essere passata nella mente del dirigente dell’Istituto Agrario e Alberghiero di Lecce “Columella”, Salvatore Fasano. Infatti da quest’anno gli studenti della sua scuola che conseguono voti insufficienti in alcune materie o anche solo in condotta, recupereranno il debito formativo prestando volontariato. Già, una sorta di vero e proprio “affidamento ai servizi sociali” (di cui in questi tempi si parla per personaggi ben più noti).
L’iniziativa fa discutere e riscuote consenso tra le famiglie salentine. L’ente destinatario delle “opere buone” degli studenti sarà la Caritas di Lecce con le sue strutture convenzionate, in primis la Casa della Carità. Un vero e proprio circuito, insomma, in cui si mescolano finalità didattiche e beneficenza. Un’idea che è stata ufficializzata lo scorso 22 gennaio, messa nero su bianco attraverso un protocollo d’intesa firmato dallo stesso Fasano, dirigente dell’istituto, e da don Attilio Mesagne, direttore della Caritas leccese.
In cosa consisteranno le attività di volontariato? Aspiranti cuochi, maitre e conduttori di aziende agricole si recheranno negli orari pomeridiani presso le strutture Caritas (28 studenti-volontari ogni settimana) per occuparsi dell’accoglienza ai senzatetto e della gestione della mensa. In un’altra struttura (il centro sociale “Matteo 25”), saranno organizzate attività ricreative e assistenza ai disabili. E, per quanto riguarda l’organizzazione della mensa dei poveri, la funzione dei ragazzi è facilmente individuata: prepareranno da mangiare e allestiranno la sala, mettendo a frutto le conoscenze acquisite a scuola. Un tutor si occuperà di verificare la presenza giornaliera e il lavoro svolto nelle strutture suddette, al fine di far sì che i debiti formativi dei ragazzi vengano “estinti” solo dopo un’effettiva attività di volontariato.
L’iniziativa, dicevamo, sta riscuotendo molto consenso al punto che il progetto, come lasciano intendere il dirigente scolastico e lo stesso don Attilio, potrebbe presto allargarsi, coinvolgendo più direttamente anche le attività didattiche dell’Agrario, presente nello stesso istituto. In che modo? Facendo sì che i prodotti agricoli usciti dalle serre dell’orto scolastico, finiscano in parte nelle mense Caritas.
Si punta in questo modo a coinvolgere la scuola nei problemi delle fasce sociali disagiate. Saranno potenzialmente coinvolti circa mille studenti. Non tutti, ovviamente, avranno insufficienze in pagella e saranno costretti a recuperare frequentando la Caritas. Ma siamo certi che anche gli studenti modello, se vorranno comunque recarsi in mensa per fare volontariato, saranno ben accolti.
Stefano Manca