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Una Banca promossa dallo Stato e gestita dai privati

Il progetto non ha avuto però una gestazione tranquilla. Nella discussione in Governo perplessità sono state espresse proprio dai ministri “meridionalisti” Fitto e Prestigiacomo

 

Ha già pronto il nome, comincia a prendere forma e sostanza ed una volta passato al giudizio del Parlamento sotto forma di decreto legge, sarà operativo al 100%. Il progetto ideato dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti si chiamerà “Banca del Mezzogiorno”, anche se si sarebbe preferito più romanticamente dare vita alla “Banca del Sud” se un gruppo di imprenditori napoletano attivi nel campo del credito non avesse già depositato tale nome. Ma più che la forma è la sostanza che interessa a Tremonti. La Banca del Mezzogiorno diventerà la Banca del Sud e per il Sud, visto che il Meridione è l’unica parte d’Italia a non avere banche proprie.
La banca in embrione, però, non ha avuto una gestazione tranquilla. I meridionalisti del governo (Raffaele Fitto e Stefania Prestigiacomo) hanno detto “sì” al ddl solo dopo l’intervento conciliatore del premier Berlusconi, il quale ha dovuto gettare l’acqua sul fuoco delle polemiche che, pare, sarebbero divampate proprio fra Fitto e Tremonti in occasione della discussione della materia, una volta entrati nel merito del provvedimento.
Tremonti ha detto che la Banca del Mezzogiorno “nasce dal territorio ma poi confluisce in una struttura unica e servirà a finanziare le piccole e medie imprese”, e lo Stato farà solo da promotore e regista della sua costituzione, per poi lasciare il compito della realizzazione e della gestione direttamente ai privati, o meglio alle strutture già operative sul mercato. Quindi, per esempio, a Poste Spa, già individuato da Tremonti come uno dei pilastri del nuovo progetto.
Lo Stato dunque sarà solo “socio fondatore” della Banca del Mezzogiorno, in modo da “avviare e favorire l’aggregazione di una maggioranza rappresentata da soggetti privati”, e per questo spetterà al Presidente del Consiglio, su proposta del Ministro dell’Economia, nominare i 15 membri del comitato promotore, in “rappresentanza delle categorie economiche e sociali, di cui almeno 5 espressione di soggetti bancari e finanziari con sede legale in una delle regioni del Mezzogiorno e uno di Poste Italiane”.