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Un ospedale senza pace

Nei giorni scorsi i tecnici del Ministero della Salute hanno ispezionato il Centro Trapianti del “Vito Fazzi” imponendo la chiusura delle sale operatorie a causa del mancato adeguamento alle normative, con inevitabili disagi per i pazienti costretti a rivolgersi a Bari 

Come se non bastassero le tante emergenze emerse tra Pronto Soccorso, personale in ferie, carenza di organico, per il presidio ospedaliero più importante della provincia di Lecce è arrivata la doccia fredda della chiusura delle sale operatorie del Centro Trapianti del “Vito Fazzi” di Lecce da parte del Ministero della Salute e dell’Istituto superiore di Sanità. Perché? Semplice -si fa per dire-: secondo i tecnici del Ministero non sono a norma. Il tutto mentre è in corso una ristrutturazione del sistema sanitario pugliese, tutta “lacrime e sangue” che -tra le altre- ha determinato il pagamento di tasse regionali aggiuntive per 338 milioni di euro all’anno.
Certo, la chiusura non coglie nessuno di sorpresa, essendo ben nota la necessità di ristrutturazione delle sale operatorie, ma è uno stop che fa male e crea non pochi disagi ai pazienti. Il Centro Trapianti del “Vito Fazzi” di Lecce è stato il primo a essere istituito in Puglia e ora deve incassare lo smacco della chiusura, in attesa di tempi migliori alias l’adeguamento delle sale operatorie alle attuali normative.
L’adeguamento ha una storia certo non di ieri ed è collegato alla ristrutturazione di un altro blocco di sale operatorie. Era il  2007 quando nel nosocomio leccese furono avviati i lavori di ristrutturazione e ammodernamento nei reparti di Chirurgia e di Endoscopia digestiva, ma tutto si è ben presto cristallizzato. Il progetto prevedeva la ristrutturazione e l’ammodernamento di cinque sale operatorie, oltre a innovazione tecnologica e ammodernamento degli spazi, ma tutto questo è rimasto solo nella tavola dei progetti. Sulla questione si è aperto anche un contenzioso con l’impresa appaltatrice responsabile, secondo la Asl, dei ritardi e rimanendo in stand by quel blocco si è deciso di aspettare per quelle  del Centro Trapianti, ma nel frattempo il Ministero ha messo i “sigilli” sulle sale operatorie.
Insomma, ogni cinque anni i tecnici del Ministero ispezionano le strutture per verificare il rispetto degli standard previsti dalle normative e il Centro Trapianti del “Fazzi”, piaccia o non piaccia, non ha superato la prova. Le conseguenze? I pazienti salentini dovranno fare capo alla lista unica d’attesa del Centro Trapianti di Puglia e sottoporsi all’operazione a Bari.

Maddalena Mongiò

“La chiusura del Centro Trapianti? Sarà solo momentanea”

“Si tratta di verifiche e ristrutturazioni delle sale operatorie assolutamente necessarie”. Ad affermarlo a chiare lettere è il dottor Giampiero Frassanito, direttore sanitario del “Vito Fazzi” di Lecce. Nei giorni scorsi è stato il dottor Roberto Calvo, responsabile del Centro Trapianti, ad auspicare una rapida ripresa delle attività entro la fine dell’anno. 
L’auspicio del dottor Calvo è di riprendere le attività entro la fine dell’anno: quante speranze ci sono per i pazienti salentini?
Premetto col dire che il Centro Trapianti riaprirà i battenti nel giro di qualche mese, al contrario di quanto da più parti si possa temere. Si tratta soltanto di una interruzione temporanea di alcune attività all’interno della struttura. La situazione non è diversa da quella raccontata dai suoi colleghi sui quotidiani locali nei giorni scorsi, tranne forse un dettaglio.
Quale?
L’interruzione delle attività all’interno delle sale operatorie è dovuta a verifiche e controlli standard previsti in ambito sanitario dalla Regione Puglia. Queste verifiche nulla hanno a che vedere con le “visite” da parte del Ministero della Salute e relativi ispettori (il riferimento è alle notizie apparse nei giorni scorsi su alcuni organi di stampa a proposito di riscontri effettuati dagli Ispettori del Ministero della Salute, ndr)
Da qui ai prossimi mesi cosa cambierà nella vita di tutti i giorni di un paziente salentino che necessita di un trapianto di reni?
Qui al “Vito Fazzi” continueranno ad essere regolarmente operative le sale dedicate ai prelievi e l’area attrezzata per i donatori. Per quanto riguarda invece le sale operatorie riservate ai Trapianti, queste saranno spostate per alcuni mesi a Bari.
Quella in essere è una chiusura effettuata per ristrutturare o c’è il rischio che il “Vito Fazzi” perda una delle sue storiche attività, partita negli anni Ottanta?
No. Quella che si sta effettuando è un’operazione assolutamente ordinaria. La chiusura delle sale operatorie non è affatto definitiva. Nello specifico è un intervento dovuto a delle verifiche quinquennali effettuate su scala regionale per conto del Centro Regionale Trapianti.
C’erano secondo lei delle alternative alla chiusura, seppur momentanea, della struttura?
No. Ribadisco che quella in essere è una chiusura che si protrarrà solo per alcuni mesi. Tra qualche tempo tutto tornerà come prima. Niente allarmismi. Una ristrutturazione delle sale operatorie era ed è assolutamente necessaria per il bene degli stessi pazienti.

Stefano Manca