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Un Museo a rischio estinzione

Ammonta a oltre 200mila euro la cifra che la Provincia di Lecce non ha ancora corrisposto alla cooperativa che gestisce l’Osservatorio faunistico del Museo di Storia naturale a Calimera. Così la struttura rischia di chiudere, lasciando senza lavoro sei dipendenti 

 

L’Osservatorio faunistico provinciale presso il Museo di Storia naturale del Salento a Calimera rischia seriamente di chiudere. Addio così al lavoro fatto dalla cooperativa “Naturalia”, nel corso degli anni, di tutela della fauna del territorio, con tantissimi animali selvatici curati che, allo stato attuale delle cose, dovrebbero trovare un altro luogo in cui essere ospitati. Il motivo? Da quasi dieci mesi, infatti, il personale impiegato non viene pagato ed è difficile fare fronte a tutte le spese di gestione a cui un luogo come l’Osservatorio faunistico deve ottemperare per poter continuare la propria attività scientifica. Stiamo parlando di un Museo unico nel suo genere in tutto il sud Italia, con tre centri per la cura della fauna selvatica, esotica e tartarughe marine, mentre il centro regionale di Bitetto ospita esclusivamente fauna “omeoterma” (mammiferi e uccelli selvatici, quindi niente rettili o animali esotici). 

In base alla Convenzione esistente la Provincia di Lecce, ente che finanzia il Museo, dovrebbe far arrivare i soldi al destinatario, la cooperativa “Naturalia”, passando per il Comune di Calimera, proprietario dello stabile dove insiste il Museo. Ed è proprio qui che nasce il problema: a causa di una situazione gravemente debitoria accumulata nel corso degli anni dalle passate Amministrazioni di Calimera verso la Provincia, questa non autorizza i pagamenti. Ad esserne fortemente penalizzato è il Museo, che pure nulla ha a che vedere con i debiti del Comune. 

La denuncia-sfogo arriva proprio dal direttore del Museo, Antonio Durante, che ci anticipa i drastici provvedimenti che saranno presi a breve. 

Durante, ad oggi quanto vi spetta dalla Provincia di Lecce? 

Da dicembre 2014 a marzo 2015 ci spettano 48mila euro arretrati del bilancio 2014, quindi già assegnati; dopo di che da marzo a settembre di quest’anno abbiamo un arretrato di altri 49mila euro che, immaginiamo, la Provincia non abbia nemmeno messo in bilancio. A questo va aggiunta una somma straordinaria che la Regione Puglia ha destinato per gestione e progetti di ricerca dell’Osservatorio faunistico provinciale. Si tratta di 120mila euro che sono fisicamente in mano della Provincia di Lecce e bloccati, che se non verranno utilizzati fino a inizio del 2016 torneranno indietro alla Regione. 

Se però l’Osservatorio dovesse chiudere, la Provincia dovrebbe farsi carico di spese non indifferenti.

Parliamo solo della fauna omeoterma che è quella che può accogliere il centro regionale di Bitetto. La Provincia dovrebbe dotarsi di un mezzo idoneo, personale addestrato allo scopo e dispositivi di sicurezza, tutte risorse che attualmente non ha. A noi arrivano dai 400 ai 500 animali all’anno, quindi l’ente dovrebbe sobbarcarsi altrettanti viaggi da ogni parte del Salento fino a Bitetto; inoltre gli interventi devono essere tempestivi altrimenti subentrano responsabilità civili e penali. Oltretutto non si capisce dove la Provincia porterà i rettili e gli animali esotici.

Quali saranno i prossimi passi? 

Stiamo cercando di risolvere la questione in maniera diplomatica, prima di passare ad eventuali azioni legali. Adesso occorre prendere decisioni drastiche e immediate. Non rinunciamo ai soldi a cui abbiamo diritto sulla base della convenzione, per cui a partire dal 1° ottobre si procederà con il licenziamento dei dipendenti e la sospensione del Centro di accoglienza, poi vedremo. 

 

Alessio Quarta