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Tutti in fila allo sportello 14

Continuano le lunghe code per il ritiro delle raccomandate presso l’Ufficio delle Poste Italiane di Lecce centro
 

Tutti noi siamo talmente legati alla voce di Paolo Villaggio, l’inimitabile narratore delle disavventure di Fantozzi, che viene spontaneo associare quel suo tono iperbolicamente grottesco alle storture tragicomiche della realtà italiana. Date le circostanze altrettanto grottesche della situazione che tra breve si andrà a descrivere, sarebbe quanto mai appropriato, allora, immaginare di ascoltarne il racconto dalla sua voce: “Gli ignari utenti erano costretti a recarsi al temuto sportello 14 delle Poste, dove dovevano subire estenuanti attese di giorni in code disumane di centinaia di persone solo per il ritiro di una lettera”.
In verità, sostituendo giorni con ore e centinaia con decine, l’iperbole della descrizione viene ridimensionata alla pura realtà dei fatti. Questo, infatti, è ciò che accade quotidianamente all’Ufficio di Poste Italiane di Lecce centro, dove vengono canalizzate in via quasi esclusiva tutte le lettere raccomandate e assicurate degli utenti del capoluogo che non sono state consegnate. Il meccanismo è semplice e probabilmente bagaglio di esperienza comune: a chi non è capitato di ricevere la cartolina gialla di avviso della non avvenuta consegna di una raccomandata e di dover andare a ritirare il plico direttamente all’ufficio preposto alle lettere inesitate. I problemi a Lecce sono sorti quando l’ingente carico di raccomandate non recapitate è stato concentrato alle poste centrali, allo sportello 14, appunto, mentre prima era smistato negli uffici postali decentralizzati, come ci segnala V. S., utente in coda da più di venti minuti: “Prima andavo comodamente al piccolo ufficio postale vicino casa. Ora hanno concentrato tutto qui e mi ritrovo a subire il disagio di dover attraversare la città e di attendere ore in coda per il ritiro di una semplice lettera”. Come se non bastasse i disagi aumentano dal momento che lo sportello 14 si trova nell’unica sala non attrezzata (vi sono solo sei poltroncine) e sprovvista dell’apparecchio contapersone.
La signora E. B., invece, se la prende con l’inefficienza dei postini: “Io sono sempre a casa, ma non mi danno neanche il tempo di andare ad aprire la porta. Suonano, arrivo ad aprire e trovo già solo la cartolina”. Utenti che si ritrovano a giocare al gatto col topo con i postini e un unico sportello sovraccaricato inspiegabilmente di lavoro: i problemi sembrano essere di natura solo organizzativa, ma l’origine rimane un mistero. Chiamati a rispondere sulla questione, le autorità competenti di Poste Italiane si sono schermate dietro il loro addetto stampa, Adriano Cisario, il quale si è limitato a inviare una sibillina nota ufficiale nella quale si precisa il recente raddoppio degli sportelli all’ufficio centrale per il ritiro delle lettere inesitate e si elencano gli altri uffici postali decentralizzati preposti alla funzione. Ma nessun altro chiarimento sulla situazione.
Le uniche informazioni dall’interno, allora, giungono da uno degli sportellisti addetti alla consegna, il quale, con un sorriso, conferma il disagio organizzativo cui sono sottoposti, oltre agli utenti, i dipendenti stessi. Con zelo e orgoglio estrae da un cassetto una collezione di ritagli degli articoli di giornale che si sono già occupati del caso: “Il problema è causato da un lato, dall’inefficienza dei postini, sia quelli del Cpo (Centro Postale Operativo), che dell’Agenzia “Espresso” (subappaltatrice di Poste Italiane per la consegna), che preferiscono sbrigare il lavoro lasciando le cartoline anziché aspettare di consegnare la lettera. Dall’altro, dal fatto che hanno centralizzato quasi tutto il lavoro da noi, ma non so dire il perché”.

(G. D. M.)