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Tornado Vendola

L’affermazione perentoria del presidente uscente ha messo in crisi il centrodestra pugliese tanto da indurre il ministro Raffaele Fitto, primo sponsor di Rocco Palese, a rassegnare le dimissioni dal governo Berlusconi, scontento per il risultato delle elezioni. Una competizione serrata che Nichi Vendola ha saputo interpretare meglio dei suoi antagonisti 

 

Una vittoria annunciata, la quarta consecutiva per Nichi Vendola (nella foto) che batte per la seconda volta il centrodestra alle regionali pugliesi dopo aver vinto per la seconda volta le primarie nel centro sinistra che gli aveva contrapposto entrambe le volte il lettiano del Pd, Francesco Boccia. Questa volta, il governatore uscente della Regione Puglia, dimostra una stoffa politica già da tempo materia di riflessione anche nazionale e in Puglia supera la soglia di un milione di voti, mancando di poco, un punto e mezzo circa, l’obiettivo del 50% che gli avrebbe consentito di affermarsi anche nella battaglia uno ad uno con il centro destra, senza cioè la candidatura di Adriana Poli Bortone per il centro. Una candidatura, quella della senatrice di Io Sud, su cui il centrodestra punta il dito fin dall’inizio, accusando la Poli di essersi voluta vendicare della mancata candidatura, prima fondando il suo movimento meridionalista e poi appoggiando sottobanco il centrosinistra, in virtù di un accordo che per molti sarebbe scritto fin dall’inizio. 

Lo stesso Vendola però difende la Poli dagli attacchi e definisce la scelta solitaria del centro: “La dimostrazione che i moderati non possono essere tutti intruppati nel Pdl”. Il suo milione e 36mila voti, pari al 48,7%, oltre 2 punti e mezzo e 100mila voti più della sua coalizione, riporta dunque il centrosinistra a Viale Nazario Sauro e ricaccia il centrodestra e Rocco Palese all’opposizione, con 899.590 voti, cioè il 42,3%: anche Palese in realtà prende più voti delle sue liste, 25mila, ma la coalizione di centrodestra totalizza il 2% in più, mentre Adriana Poli Bortone raccoglie 185.370 voti, cioè l’8,7% e la sua coalizione, Udc e Io Sud, totalizza un migliaio di voti in più, 186.443 attestandosi al 9,4%. 
Ruolo di testimonianza per Michele Rizzi, il candidato di Alternativa comunista che con 7.300 voti totalizza lo 0,35%. La volata di Vendola premia anche le liste collegate al nome del presidente, innanzi tutto quella di Sinistra Ecologia e Libertà che raggiunge l’ottimo risultato del 9,74% e insieme alla civica la Puglia per Vendola totalizza quasi il 16 per cento, diventando la seconda forza della coalizione dove resta primo il Pd con una percentuale 20,75%. Dall’altra parte, la spinta fondamentale a Rocco Palese la dà il Pdl, primo partito della Puglia con il 31,1%, a cui va aggiunto il buon risultato de La Puglia Prima di Tutto, e la civica I Pugliesi, al 4,8%. A trainare la Poli, invece, la performance dell’Udc, anche se il partito di Casini perde oltre 2 punti e mezzo rispetto alle europee. 
E alla vittoria di Vendola, che dal palco di Piazza Prefettura a Bari, ha definito Raffaele Fitto “il più prezioso alleato del centrosinistra pugliese”, segue a ruota la resa dei conti nel Pdl. Fitto non se lo lascia certo mandare a dire e dopo la sfuriata di Berlusconi il quale, commentando la performance nazionale del centrodestra che ha guadagnato altre 4 regioni sinora di sinistra, aveva detto: “La Puglia ci ha rovinato la festa!”, ha rimesso il suo mandato di governo. Una scelta definita dalla Poli di facciata oppure uno stratagemma per anticipare le decisioni del premier, ma che di fatto apre il de profundis del centrodestra regionale a tutti i livelli. I vertici del partito regionale alzano le barricate a difesa del ministro e delle scelte che l’intera squadra ha condiviso e se anche non manca il fuoco amico di qualcuno, leggi l’europarlamentare Salvatore Tatarella, rimasto ad attendere sulla riva del fiume ed oggi deciso accusatore di Fitto, il centrodestra cerca di restare compatto. Nel Salento, che ha vissuto per primo la scissione con la Poli, in pochi sono disposti a vedere Fitto pagare per le scelte del partito, compreso il capoluogo leccese da cui sindaco e presidente del Consiglio sono tra coloro che difendono Fitto e dove il rimpasto tanto atteso della Giunta di Paolo Perrone non arriva in un clima festoso per la maggioranza. Nonostante l’elezione dell’assessore Roberto Marti, che prepara le valigie per via Capruzzi, facendo spazio al consigliere del Pdl Gaetano Messuti, Lecce è stata infatti travolta dall’ondata Vendola, esattamente come quasi tutto il resto della Puglia. 
 
Alessandra Lupo