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Tassa sui turisti, tra favorevoli e contrari

La proposta lanciata da Attilio Monosi raccoglie l’obiezione ferma di Apt, Federalberghi e dell’opposizione di centrosinistra, ma anche il consenso di Massimo Alfarano ed Eugenio Pisanò 
 
L’idea non è una novità, anzi la possibilità di tassare il turista per il suo soggiorno è contenuta nelle linee guida del decreto sul Federalismo fiscale, con un balzello variabile da 50 centesimi a 5 euro. La tassa pernottamento è inoltre già stata sposata dalle grandi capitali dell’arte come Venezia e Firenze, dove è stata adottata lo scorso anno, nonché da Roma. I prezzi oscillano dai 3 euro toscani all’unico euro romano, ma ora potrebbe contagiare anche Lecce. Alcuni giorni fa, infatti, all’uscita della seduta di Giunta, l’assessore ai Tributi, Attilio Monosi (nella foto) ha infatti lanciato l’idea di una tassa di pernottamento di 3 euro da pagare direttamente alle strutture alberghiere che poi la verserebbero nelle casse pubbliche. La città del Barocco avrebbe così l’opportunità di incassare denaro per fornire servizi migliori, dalla pulizia dei monumenti all’annosa questione delle chiese aperte, che ogni anno fa gridare allo scandalo interi gruppi di malcapitati turisti fuori stagione. 
La proposta di Monosi non aveva nulla di ufficiale ma dopo aver fatto il giro di Palazzo Carafa ha trovato anzitutto la reazione durissima dell’opposizione. “Lecce capitale del turismo? Macché, questo governo la conferma capitale delle tasse”. ha sbottato il centrosinistra provocando un mezzo passo indietro dell’assessore che in ogni caso aveva già prospettato un ampio confronto tra le parti, maggioranza e opposizione, prima di decidere un passaggio così delicato. Nonostante la sua vocazione turistica, Lecce è infatti tra le mete che devono rafforzare il loro appeal e i loro servizi. Ecco perché anche dall’Apt arriva un secco “no” all’idea. La commissaria salentina dell’Azienda di Promozione Turistica, Stefania Mandurino, ha infatti definito “controproducente un segnale di questo tipo in un momento in cui il territorio è ancora in una fase di promozione”. Medesima reazione anche dagli albergatori. Da Federalberghi la contrarietà è senza sconti sia a livello nazionale sia a livello locale. Nel Salento poi la preoccupa soprattutto la possibilità che la tassa possa riguardare le località marine dove i soggiorni sono più lunghi e diventerebbe un ulteriore onere per chi arriva. 
Da Palazzo Carafa per ora nessun passaggio ufficiale sulla proposta che, tuttavia, sembra convincere invece il titolare della delega al Turismo, Massimo Alfarano: “I servizi hanno un costo elevato e la città al momento non è in grado di pensare a ulteriori investimenti”. Alfarano si dice certo che coinvolgendo gli operatori si arriverà ad una soluzione condivisa ma l’idea della tassa di soggiorno non gli sembra affatto scandalosa. A dare una risposta all’apprensione degli operatori, convinti che un nuovo balzello possa scoraggiare i turisti, un’ipotesi su quale potrebbe essere la soluzione più equa arriva dal presidente del Consiglio comunale, Eugenio Pisanò: “La tassa andrebbe differenziata, 50 centesimi per chi va in B&B, 5 euro per chi sceglie il cinque stelle”. Una tassa commisurata alla spesa, insomma, in modo da non scoraggiare chi arriva ma da rastrellare ugualmente un piccolo contributo che vada a rimpinguare le tasse provate dell’ente di Palazzo Carafa. Per ora solo un pourparler, ma della questione, soprattutto in vista dell’estate, si continuerà certamente a sentir parlare. 
 
Alessandra Lupo