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“Solo in casa si trova la giusta intimità per il parto”

È l’opinione di Vinicia Cota, ostetrica e membro dell’associazione “Progetto Genitori” di Scorrano, sull’opportunità di concludere la gravidanza nel proprio ambiente domestico 
 
La nuova prospettiva del parto domiciliare rilancia per importanza la figura dell’ostetrica, la cui immagine ritornerebbe centrale nel caso questo sistema prendesse piede e la donna decidesse di concludere la propria gravidanza tra le mura domestiche. Vinicia Cota esercita questa professione da 27 anni e sua figlia l’ha resa nonna partorendo anch’essa a casa. 
Vinicia si augura che le donne possano di nuovo ritrovare nelle proprie case il luogo ideale dove concludere la loro gravidanza: “L’ambiente familiare e domestico è il posto migliore dove trovare la giusta intimità per affrontare il travaglio. Questa realtà difficilmente può oggi verificarsi all’interno degli ospedali, soprattutto in quelli di maggiori dimensioni, in virtù del fatto che il piano sanitario ha previsto la chiusura dei punti nascita con meno di 500 parti l’anno, accorpando così più presidi per aumentare il numero di nascite. Ciò riduce sensibilmente le possibilità per una donna gestante di vivere nella giusta intimità il travaglio. Si tratta di un aspetto vitale nella gestione di una gravidanza, perché solo in una situazione intima e sicura la donna può produrre quegli ormoni, come l’ossitocina o l’endorfina, che servono per procedere dal travaglio al parto. La donna che partorisce vorrebbe poi un rapporto diretto, one to one, con la persona che l’assiste, cioè con l’ostetrica che ha seguito tutta la gravidanza e che continuerà ad assistere la donna anche dopo il parto. In ospedale questo non può accadere ancora una volta a causa del taglio dei punti nascita; dottori, infermieri e operatori, infatti, si dividono i turni di lavoro, eliminando così la possibilità di avere un rapporto diretto e costante con la futura mamma”. 
L’ospedale non rappresenterebbe dunque il luogo ideale per concludere una gravidanza: “Se la struttura è organizzata bene, non dovrebbe portare rischi alla gravidanza, anzi dovrebbe essere in grado di far fronte ad eventuali emergenze. Molto spesso, però, si verificano situazioni che limitano l’intimità di cui ha bisogno una donna e, di conseguenza, la produzione degli ormoni necessari; in questo senso, le visite effettuate da diversi membri del personale o gli spostamenti della donna tra diversi reparti non creano un ambiente intimo e sicuro”. 
Vinicia Cota fa parte infine dell’associazione “Progetto Genitori” di Scorrano: “È un gruppo composto da operatori sanitari e genitori che si occupa di dare sostegno alle coppie che hanno bambini o che stanno per averne. Io mi occupo dei corsi di accompagnamento alla gravidanza che i genitori frequentano all’ospedale di Scorrano, creando così proprio quel rapporto diretto e stretto con l’ostetrica. Mi auguro che l’Italia possa seguire il modello dell’Olanda, dove molte nascite avvengono in casa e senza particolari patologie”. 
 
Alessandro Chizzini