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“La casa il luogo migliore per un parto sano e sereno”

Non ha dubbi il medico magliese Giorgio Cezza, coordinatore dal 1985 del progetto “Parto Attivo”, che ci illustra i benefici di una gravidanza seguita senza eccessiva medicalizzazione ed di un parto tra le mura domestiche 
 
Da sempre sostenitore del parto in casa, dove ha fatto nascere i suoi cinque figli, il dottor Giorgio Cezza, medico di Medicina Generale e specialista in Oftalmologia, è il fondatore insieme alla moglie del Day Hospital “Santa Lucia” di Maglie, nonché coordinatore di “Parto Attivo”, progetto che dal 1985 prepara e assiste le coppie che scelgono di fra nascere i loro figli nello loro abitazioni o presso la “Casa di Maternità” della sua struttura. 
Dottor Cezza, perché secondo lei è meglio partorire in casa e non presso le strutture ospedaliere? 
Innanzitutto perché la gravidanza non è una malattia, ma è un evento fisiologico che esiste da quando è comparso l’uomo sulla Terra. Se fosse davvero necessario un supporto tecnologico e specialistico all’evento della nascita, la specie umana si sarebbe estinta già da decine di migliaia di anni. L’ospedale è più idoneo a gestire le gravidanze a rischio, che però rappresentano solo il 5% del totale. Il reparto ospedaliero ha bisogno di regole e tempi precisi; la gravidanza invece, in quanto evento fisiologico, sfugge a queste regole ed è stato dimostrato che un eccesso di medicalizzazione può provocare complicazioni. L’ostetrica, al contrario, proprio per la sua preparazione, è la figura più idonea per seguire un travaglio-parto. Gli ospedali possono favorire anche infezioni a causa della presenza di numerosi batteri (spesso resistenti agli antibiotici); nelle mura domestiche ci sono invece solo i batteri “familiari” e la madre produce da subito gli anticorpi necessari che poi trasferisce al nascituro attraverso la placenta e con l’allattamento. Negli ospedali, inoltre, non viene favorita la completa efficienza del sistema Pnei (psico neuro endocrino immunitario), la vera “forza vitale”  di ogni essere umano.
Come si può favorire lo sviluppo e l’efficienza del sistema Pnei?
È indispensabile osservare alcune regole fondamentali: vivere serenamente la gestazione; evitare la medicalizzazione; evitare le ecografie nei primi quattro mesi; non assumere farmaci o esporsi a fattori pericolosi; curare una stile di vita salutare; dare maggior importanza alla dimensione psico-affettiva piuttosto che a quella biologica dell’evento nascita; accogliere il neonato in modo naturale, favorendo un parto spontaneo (anche dopo un precedente cesareo!); tagliare il cordone ombelicale solo quando non pulsa più; tenere il neonato sempre accanto alla madre; allattare al seno ed evitare qualsiasi tipo di vaccinazione e farmaco nei primi anni di vita. Non rispettando queste regole, il bambino rischia di diventare un malato cronico. È stato infatti dimostrato che le malattie croniche sono “immuno-mediate”, cioè innescate da un sistema immunitario disfunzionale. Tutti questi elementi a favore del parto in caso sono emersi d’altronde durante un Congresso di Ostetricia e Ginecologia a Londra nel 1989. 
Come funziona il progetto “Parto Attivo”? 
Disponiamo di una equipe che offre preparazione ed assistenza medico-ostetrica alle coppie sia presso la nostra struttura che a domicilio; seguiamo il travaglio e offriamo qualsiasi tipo di consulenza. Nel 2002 presentammo questo progetto in Regione, proprio su richiesta dell’Assessorato alla Sanità, ma una volontà politica miope ne ha impedito la realizzazione e un conseguente risparmio di circa 2 milioni di euro. Spero che l’Italia possa seguire il modello dell’Europa del Nord dove il parto in casa è la regola, come in Olanda dove lo Stato si accolla tutte le spese sanitarie per le coppie che scelgono di partorire presso loro abitazione. 
 
(A.C.)