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Scacco alla torre

Per Porto Miggiano si profila davvero all’orizzonte un “futuro di cemento”, come da noi annunciato nell’aprile scorso? È una prospettiva a cui centinaia di cittadini, mobilitati da un passaparola su Facebook sempre più coinvolgente, vogliono ora opporsi sempre più per salvare dalle colate il Comparto 13 e, dopo la decisione del Consiglio comunale, anche il Comparto 14. 
E mentre il sindaco di Santa Cesarea, Daniele Cretì, difende la buona fede della sua Amministrazione, i componenti del Comitato per la tutela di Porto Miggiano e le associazioni ambientaliste promettono: “Porteremo avanti questa battaglia per il nostro territorio”  
 
“A Porto Miggiano sta avvenendo la più grande e vasta operazione di cementificazione della storia del Salento”. Sono parole amare quelle delle tre associazioni ambientaliste salentine, cioè il Coordinamento Civico per la Tutela del Territorio, della Salute e dei Diritti del Cittadino, il Forum Ambiente e Salute e Save Salento in riferimento alle opere di urbanizzazione del Comparto 13, nei pressi della famosa torre di avvistamento di Porto Miggiano che, di fatto, si accingono a trasformare completamente uno degli scenari più straordinari dell’’intero Salento. 
Della questione ce ne siamo occupati già nel numero del 16 aprile scorso (si veda la copertina a lato), ma adesso la protesta è organizzata e corre attraverso la rete: il gruppo Facebook “Comitato di tutela per Porto Miggiano” ha superato i 3mila contatti e dopo la eclatante manifestazione del 30 luglio scorso che ha visto la partecipazione di più di 300 persone, un nuovo sit-in è previsto per il prossimo 6 agosto alle 18.30, sotto la stessa torre di avvistamento: un nuovo appuntamento per scongiurare il concreto pericolo che un’area di straordinaria bellezza venga “sommersa da una colata di cemento”. La memoria non può non correre alle lotte politiche di Renata Fonte, amministratrice  repubblicana di Nardò che perse la vita per difendere dagli speculatori l’incontaminata natura di Porto Selvaggio. 
E per fortuna la voce della protesta è arrivata anche in Parlamento per merito di Elisabetta Zamparutti, deputata del gruppo dei Radicali Italiani nel Pd, membro della Commissione Ambiente della Camera e di Luciana Sbarbati, senatrice del Partito Repubblicano Italiano che hanno presentato interrogazioni parlamentari al Governo perché “si indaghi -precisano dal comitato- sulla catena delle assurde anomalie, che dalla Regione Puglia, alla Provincia di Lecce, al Comune di Santa Cesarea Terme, passando dagli enti di tutela, quali la Soprintendenza, hanno permesso tutto questo paradossale scandaloso stato di cose, per poi chiedere anche di far luce sulla superficialità inaccettabile dello stesso Tribunale Amministrativo Regionale di Lecce che ha consentito  con una sua iniqua sentenza che oggi si giungesse sull’orlo della esecuzione di questa ‘condanna a morte’ di Porto Miggiano”. 
Anche il Movimento Regione Salento ha stigmatizzato tutta l’operazione: “La storia di Santa Cesarea Terme è emblematica; piuttosto che puntare sulla naturale vocazione della località termale, unica nella regione Salento, con un rilancio del turismo nel settore del benessere, si pensa solo a costruire a ridosso del mare, dimostrando di non avere chiaro in mente alcun modello di sviluppo per il Salento, riprendendo così la vecchia logica della cementificazione”. 
 
Tutto cominciò nel 1982: risale infatti a quell’anno l’idea di edificare il famoso Comparto 13 
 
Tutto si è velocizzato a partire dall’aprile scorso. Colpa del Tar, che ha sbloccato una vicenda in piedi dal 1982: dopo quasi 30 anni arriva il via libera al un piano di lottizzazione del Comparto 13 che conclude tutta una serie di ricorsi e iniziative giudiziarie portate avanti inizialmente da 43 componenti, ad oggi ridotti a 14. 
Il progetto monstre a firma dell’architetto Donato De Matteis, si dispiega su circa 15 ettari di splendido territorio e  prevede la realizzazione di 536 unità abitative di superficie compresa da 30 a 60 metri quadrati, che formeranno un complesso di 66 agglomerati la cui disposizione ricorderà la conformazione urbana dei centri storici dei paesi arroccati sulle serre salentine composta da stradine, case a corte e collegamenti aerei tra le abitazioni. Oltre alle residenze estive ci saranno anche centri ristoro, quattro piscine, strutture per lo svago e il tempo libero, aree destinate alla vendita di prodotti locali, un centro direzionale e una vasta zona parco per un investimento di circa 40 milioni di euro. 
Da aprile quindi, da quando il Tar con due sentenze ha permesso agli investitori di completare il complesso residenziale, i lavori sono andati avanti abbastanza spediti. E intanto a poca distanza un altro pericolo si profila perché anche il Comparto 14, sarà oggetto di lottizzazione con altre 400 unità abitative per un totale di oltre 30 ettari di terreno edificato in territorio di Santa Cesarea.