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Romanzo popolare

Emergono nuovi dettagli in seguito alla morte del clochard Giuseppe Fiorentino il quale, pur risultando assegnatario di una casa parcheggio, non la abitava perché minacciato di morte. Intanto in città un alloggio Arca su tre sarebbe occupato abusivamente

 

Si ritorna a raccontare la vita di chi non sempre viene ascoltato. Era il gennaio 2014 quando due clochard, Veronica Piggini e Riccardo Martina, vennero ritrovati senza vita da Giuseppe Fiorentino (nella foto), senza tetto anch’egli, nei pressi di via Taranto a Lecce. Lo scorso 19 agosto è stato ritrovato il corpo senza vita dello stesso Fiorentino, in un casolare non molto distante dal luogo in cui egli stesso nel 2014 rinvenne i suoi amici. Una tragedia, certo, ma quello che non torna in questa vicenda è il fatto che allo stesso Fiorentino venne affidato dal Comune di Lecce un alloggio-parcheggio di 45 mq in via Pistoia ma, purtroppo, venne abitato dallo stesso per pochi giorni. 

Nello specifico il verbale di affidamento della piccola dimora risale al 29 maggio scorso, ma il 23 giugno, Fiorentino si recò presso i Carabinieri per sporgere denuncia: “Dopo circa due giorni -ha dichiarato Giuseppe- prendevo possesso dell’alloggio ma subito iniziavo a ricevere, al mio cellulare, messaggi anonimi nei quali mi veniva detto che dovevo lasciare l’alloggio, che non dovevo farmi vedere in quella zona o mi avrebbero picchiato o addirittura mi avrebbero sparato contro. Dopodiché, stanco della situazione, e nel timore che potesse accadermi qualcosa lasciavo l’alloggio recandomi prima a casa di mia sorella e adesso costretto a dormire per strada”. 

Sulla questione è intervenuto nei giorni scorsi il consigliere comunale di opposizione Antonio Rotundo, il quale ha denunciato una prassi ormai consolidatasi in città secondo la quale un alloggio popolare su tre è occupato abusivamente. Attualmente sulla gestione delle case popolari incombe un’inchiesta per occupazioni abusive degli alloggi da parte di non aventi diritto: il sostituto procuratore Antonio De Donno ha iscritto nel registro degli indagati gli assessori Attilio Monosi eLuca Pasqualini, il funzionario Pasquale Gorgoni, il vicepresidente del Consiglio Antonio Torricelli; le ipotesi di reato sono corruzione, abuso d’ufficio, falso e truffa aggravata. 

Sulla vicenda di Fiorentino è intervenuto anche il sindaco Paolo Perrone, il quale ha definito “un atto di sciacallaggio strumentalizzare a fini politici una tragedia quale è la morte di un uomo. Le procedure di sgombero e rimozione degli occupanti sono di competenza dell’Arca, l’ex Iacp. Per capirci, della Regione Puglia. Il Comune deve soltanto gestire le procedure di decadenza e le assegnazioni. Se esiste un’emergenza casa, quindi, non riguarda noi, ma il centrosinistra, che governa la Regione da 11 anni”. 

Intanto nella casa assegnata a Giuseppe Fiorentino sono stati trovati due nuclei familiari differenti in altrettanti sopralluoghi delle forze dell’ordine (in un caso gli occupanti hanno dichiarato di aver ricevuto le chiavi direttamente da Fiorentino), fatto questo che dato luogo al sequestro dell’immobile fino al 16 novembre, data in cui sarà disposto lo sgombero. 

 

Gian Piero Personè