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Rimpasto di Giunta, tempo di faccia a faccia nella maggioranza

Le operazioni di rinnovamento dell’esecutivo di Palazzo Carafa trovano un ultimo grande ostacolo, ovvero il critico più temuto di Paolo Perrone: la sua stessa coalizione. Intanto l’opposizione pone la questione incompatibilità per Luigi Rizzo 
 
Al momento di ridefinire la squadra di governo cittadino, distribuendo i dovuti riconoscimenti, sono proprio i fedelissimi di Paolo Perrone a storcere il naso di fronte alle sue scelte. Non si tratta solo di quei consiglieri comunali che dall’inizio della legislatura hanno abbandonato l’opposizione approdando nel centrodestra, ma di quelle pedine finora silenziose che gli hanno permesso di affrontare indenne due turbolenti anni di amministrazione con tanto di divorzio da Adriana Poli Bortone. E se per Nunzia Brandi (legittimata dalle quote rosa), Gaetano Messuti, che entra al posto di Marti, e Severo Martini, tributo dovuto all’indebolimento di Io Sud, la via dell’ingresso nell’esecutivo cittadino è senza ostacoli, i problemi si pongono invece per il mantovaniano Luigi Coclite e per Damiano D’Autilia, eletto con l’Udc e poi passato ne La Puglia prima di tutto. Entrambi sono infatti espressione di correnti di partito, un principio che soprattutto per gli ex azzurri rischia di frammentare ancora il Pdl, con il rischio di balcanizzare il Consiglio comunale. 
Di queste ore l’incontro con il gruppo dell’ex Forza Italia, poi toccherà all’ex An; il sindaco vuole ora verificare la portata dei malumori della sua maggioranza, che sarebbe pronta addirittura a porre il veto sulla nomina dei due. Coclite, peraltro, sarebbe il secondo assessore de La Città (ma costringerebbe il Pdl a considerare tra i suoi rappresentanti in Giunta anche Lucio Inguscio, assessore alla Polizia Municipale, scaricato dai mantovaniani ma politicamente vicino al sindaco). Il discorso delle appartenenze è analogo per Damiano D’Autilia, il cui futuro potrebbe però essere legato alla presidenza di Alba Service, con la Provincia che intanto ha preso tempo prorogando l’incarico di amministratore a Refolo. 
E che il sindaco sia in difficoltà non sfugge all’opposizione, che additando i rifiuti che debordano dai cassonetti della città d’arte accusa Perrone di occuparsi solo di rimpasti di Giunta. “Sono ormai 430 i giorni di attesa per un governo della città -scrive il capo dell’opposizione, Antonio Rotundo-. Il sindaco è messo sotto scacco dalle lotte intestine e dalla balcanizzazione della sua maggioranza. Oggi è costretto a rimangiarsi anche l’ultimo ottimistico annuncio, in cui sosteneva che il rimpasto fosse ormai solo una questione di ore”. Rotundo descrive un Sindaco preso in ostaggio da un ‘arcipelago’ di gruppi e gruppetti, frutto della polverizzazione della maggioranza che era stata votata dai leccesi. Capi e capetti che ormai, a briglia sciolte, rivendicano la propria fetta di potere.
Intanto a inizio settimana torna a riunirsi il Consiglio comunale che dovrà affrontare anche la questione incompatibilità posta dal centrosinistra per Luigi Rizzo. Subentrato all’ex Udc Stefano Ciardo, sospeso dopo la condanna per peculato, Rizzo ha chiesto e ottenuto di mantenere l’incarico di presidente della Fondazione per i Servizi sociali dell’ente. Per questo nei giorni scorsi il centrosinistra ha scritto al Prefetto, evidenziando che, come si dice in questi casi, il controllore e il controllato coinciderebbero. A fare muro attorno a Luigi Rizzo, anche lui approdato nelle file de La Puglia prima di tutto, ci sarebbero già alcuni dei consiglieri di centrodestra, pronti a ribattere ai dubbi sulla sua compatibilità con altrettante domande sul doppio ruolo di Carlo Benincasa, consigliere comunale del Pd e contemporaneamente presidente del Cda del consorzio Asi. 
 
Alessandra Lupo