Unire la tradizione delle nostre sagre estive con l’innovazione e la tutela dell’ambiente, attraverso la raccolta differenziata dei rifiuti in apposite isole ecologiche e la riduzione delle emissioni di CO2: questo è l’obiettivo di “Ecofesta Puglia”, nato due anni fa da un’intuizione di tre giovani universitari non ancora trentenni. E se nel 2011 solo 3 eventi erano ecofeste quest’anno saranno 34
“Ecofesta Puglia” è molto di più di una sigla. È, in realtà, un progetto che “prende” un evento e lo “educa” al rispetto per l’ambiente. Una sagra o un concerto diventano manifestazioni in cui i fruitori saranno invitati a ridurre l’impatto sull’ambiente e differenziare i rifiuti. Sposando la filosofia del progetto ed adottandone il marchio, l’organizzatore dell’evento si impegna a rispettare e far rispettare i criteri di valutazione definiti dal regolamento, ottenendo così la certificazione di “Ecofesta” e l’assistenza costante di un apposito staff, che si occuperà di consulenza, supporto logistico e promozione.
Il marchio “Ecofesta Puglia” esiste dal 2011 e fa parte di un più ampio progetto denominato “La tradizione fa eco-modello di sostenibilità per innovare la tradizione e rivoluzionare gli eventi pugliesi”. Va inoltre specificato che è un percorso assolutamente gratuito. Il credo di “Ecofesta” può sintetizzarsi in tre principi: riduzione della produzione di rifiuti e delle emissioni di CO2, differenziazione dei rifiuti prodotti attraverso la creazione di isole ecologiche, informazione costante attraverso appositi Infopoint. L’obiettivo è quindi quello di ridurre l’impatto sul territorio degli eventi per mezzo di una corretta gestione del ciclo dei rifiuti. Grande spazio sarà poi dedicato alla produzione di energia rinnovabile nei luoghi degli eventi e alle attività di sensibilizzazione alla sostenibilità ambientale con formule nuove e originali.
Ma chi può fregiarsi del marchio “Ecofesta Puglia”? Il logo viene concesso a manifestazioni a carattere enogastronomico, ricreativo, sportivo, culturale, musicale, che rispettano i criteri indicati dal regolamento: dai promotori di eventi alle pubbliche amministrazioni, fino alle aziende di prodotti e servizi del settore ambientale interessate a far conoscere le proprie attività legate all’impegno a tutela dell’ambiente.
Dulcis in fundo, gli ideatori di “Ecofesta” sono tre giovanissimi laureati e laureandi dell’Università del Salento: Roberto Paladini, Ilaria Calò e Loreta Ragone. Grazie a questo progetto i tre sono risultati vincitori di un prestigioso concorso promosso dal Miur (Ministero dell’Università e Ricerca), finanziato dal Programma Operativo Nazionale Ricerca e Competitività 2007-2013. Oggi, quindi, “Ecofesta” parla salentino ed è un marchio registrato dall’Associazione leccese “Ente Modelli Sostenibili”.
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Il regolamento di adesione a “Ecofesta” richiede requisiti ben definiti per entrare nella famiglia green di “Ecofesta Puglia”. Naturalmente l’organizzatore può anche, di propria iniziativa, aggiungere altre idee e mini-progetti, sempre finalizzati al rispetto dell’ambiente. In questo caso riceverà ulteriori premialità.
I requisiti che fanno punteggio sono: riduzione degli imballaggi, “vuoto a rendere” delle bevande, recupero di cibo non utilizzato (da destinare ad associazioni solidaristiche, canili e gattili), utilizzo di alimenti biologici e a chilometro zero. Obbligatorie sono le raccolte differenziate dei rifiuti organici e degli oli da frittura prodotti durante l’evento. Sarà importante anche formare del personale, in particolare un team di “eco-volontari” e costituire un Infopoint. Superati questi test verrà garantita all’evento, a titolo gratuito, anche la strumentazione utile per un lavoro di campionamento e monitoraggio per implementare il modello di ricerca e attività e laboratori di educazione ambientale.
Vediamo adesso quali sono gli eventi in provincia di Lecce che nei mesi appena trascorsi hanno deciso di “cucirsi al petto” la medaglia di “Ecofesta”. A giugno hanno utilizzato questo logo la “Festa dei Lampioni” (Calimera) e la “Fiera di San Giovanni” (Zollino). A luglio invece erano eco-feste “Benvenuta Estate” e “Sagra della patata” (Felline), la festa patronale di San Pietro in Lama, “A cena con la duchessa” (Acaya), la sagra “Sapori di mare” (Santa Maria di Leuca), la “Notte saracena e sagra del pesce” (Porto Miggiano) e la “Sagra ta’ puccia” (Ugento).
Numerose invece le sagre che ad agosto si trasformeranno in eco-feste: “Sagra te lu purpu” (Melendugno, 2-5 agosto), la “Sagra del convento” (Ruffano, 3 agosto), la “Sagra della ficando” (Alessano, 4 agosto), la “Sagra te ciceri e tria” (Ugento, 4 agosto), la festa “Massa d’estate (Minervino, 5-6 agosto), la “Sagra de li diavulicchi” (Morciano di Leuca, 6 agosto), la “Sagra te l’arciprevitura” (Gemini, 7 agosto), la “Sagra della polpetta e canto delle cicale” (Felline, 8-10 agosto), la “Sagra de li piatti nosci” (Castrignano del Capo, 11 agosto), “A cena con la duchessa” (Castrignano, 11 agosto), la “Sagra te le cose noscie” (Torre Mozza, 12-13 agosto), la “Sagra delle quattro pignate” (Tiggiano, 13 agosto), la “Sagra della pasta fatta a casa” (Montesardo, 14 agosto; Depressa, 17 agosto), la “Sagra della sciuscella” (Patù, 16 agosto), la “Sagra del pesce fritto” (Santa Maria di Leuca, 18 agosto), la “Festa te lu contadinu” (Serrano, 18-20 agosto), il “Raduno di bande” (Felline, 20 agosto), la “Sagra della taranta e della pzzica” (Salve, 21 agosto), la “Sagra del Capo di Leuca” (Gagliano del Capo, 23 agosto), “A cena con la duchessa” (Corigliano d’Otranto, 31 agosto).
Stefano Manca