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Poco decoro per la zona industriale

Discariche con televisori, materiale di risulta e soprattutto amianto circondano l’area industriale di Poggiardo 
 
Dopo varie vicissitudini e molti momenti in cui si è rischiato il collasso, quella che è stata definita “emergenza rifiuti” è stata finalmente risolta (almeno per il momento). L’allarme era relativo alle difficoltà di svolgere correttamente ed efficacemente la raccolta dei rifiuti porta a porta. Ad un livello più ampio, però, non si può affermare che il Salento si sia liberato da questo macigno, anzi non è sbagliato considerarlo un grattacapo tipico della nostra terra; se infatti, la raccolta porta a porta adesso sembra operare efficacemente, basta fare un giro nelle zone periferiche, per le vie di campagna di molti dei nostri comuni per farsi un’idea piuttosto chiara. 
Tra le città in questione, purtroppo, compare anche Poggiardo la quale, con le ben note vicende legate al suo biostabilizzatore, è stata una delle protagoniste della “questione rifiuti” e il cui apporto (bisogna darne atto) è stato fondamentale per far cessare l’allarme. Come si diceva poco sopra, però, alcune zone periferiche di Poggiardo presentano un ambiente poco edificante, soprattutto la sua zona industriale; lungo tutta quest’area, la natura convive con materiali di diversa origine, molti dei quali dannosi per la natura stessa, nonché per la salute dell’uomo. Sui cigli della strada che circonda l’area si può trovare tutto ciò che purtroppo è presente in molte zone periferiche dei nostri comuni: materiale di carta, plastica e legno, bottigliette di vetro, oggetti di uso domestico e pneumatici. Affianco poi alle immancabili buste dal dubbio contenuto, compaiono anche alcuni giochi per bambini, dei secchi metallici ormai ricoperti di ruggine e una inusuale quantità di televisori abbandonati, tutti localizzati più o meno nello stesso punto. Trattandosi di una zona industriale, non mancano nemmeno quelli che sembrano essere degli scarti di lavoro di varia origine che compaiono qua e là tra la vegetazione. 
Il peggio è però rappresentato dalle lamiere di eternit e amianto: il loro elevato tasso di cancerogenicità è noto da decenni, ma nonostante questo qualcuno non si è fatto scrupolo di abbandonare a cielo aperto uno dei materiali più nocivi per la salute umana. 
 
Alessandro Chizzini