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“Piantiamo querce, non pale eoliche”

Domenica scorsa ambientalisti e amministratori locali si sono dati appuntamento presso “Contrada Scomunica”, tra Soleto e Corigliano d’Otranto, per piantare simbolicamente semi di quercia nei luoghi dove dovrebbe sorgere un mega parco eolico composto da 20 torri. “Non siamo contrari per principio alle energie alternative -assicurano-, ma non accettiamo che il nostro territorio venga stravolto”
 
In copertina: foto di Salvatore Masciullo 
 
Per molto tempo, per troppo tempo, abbiamo lasciato che il sole e il vento del Salento entrassero solo nelle tasche di pochi. All’inizio li abbiamo scambiati per benefattori. Ricostruivano una palestra a destra, un parco giochi a manca, sistemavano strade, rimpinguavano il piatto poverissimo dei bilanci comunali di sindaci ammaliati. Sembrava avessimo trovato la strada per l’Eldorado. Le pale hanno iniziato a girare sulla nostra testa, con il loro ronzio che entra nelle orecchie. I pannelli hanno cominciato a riflettere i raggi nei nostri occhi. 
Energia pulita, a costo zero. Anzi, avrebbe finalmente dato una rendita a terreni che, nella gran parte dei casi, valgono poco, almeno sulla carta. Soldi subito, soldi freschi, impensati perfino. E benedetti da leggi regionali che hanno calamitato qui il fiori fiore di imprenditori. O di prenditori. 
Qualcosa poi è cambiato. E ci siamo accorti che quello che ci veniva dato era solo l’osso che si getta ai cani dopo un pasto abbondante. I filantropi, in molti casi, sono risultati scatole cinesi divoratrici di incentivi pubblici, senza la certezza dei quali non avrebbero scommesso un soldo bucato sulla miseria delle nostre campagne. Invece, l’hanno cercata e voluta comprare. Ad ogni costo. Non sempre abbiamo compreso. Ma per fortuna a volte lo abbiamo fatto. 
Quella miseria è la nostra nobiltà. È la nostra bellezza. E la bellezza ha un valore. Politico, sociale, persino economico. E questa voglia di bellezza l’abbiamo voluta nutrire, accudire, sperimentare. Il Salento da copertina, quello da sbandierare come un modello, una conquista, deve molto alla sua coscienza ambientale. La parola chiave è “conservazione”, che non significa affatto cristallizzazione. Significa cura, significa compatibilità, significa responsabilità. Anche il Comune di Corigliano, nella delibera che annuncia il parere negativo al progetto della Nextwind, fa riferimento a quella parola. 
Ecco perché, ora, non sopportiamo che il nostro vento gonfi portafogli di sconosciuti, che arrivano qui con l’arroganza di chi ha il diritto di prendere e di pretendere. L’energia rinnovabile, però, è una sfida a cui non possiamo sottrarci. È una ricchezza che altri ci vogliono rubare. E, allora, facciamoci furbi. Chiudiamo la porta a chiave, ma dentro iniziamo a costruire il “nostro” modello di economia locale, fondata su un sole e su un vento sostenibili, ecocompatibili, finalmente democratici.
 
(T.C.)