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Un pezzo di Africa alle porte di Nardò

La vita degli immigrati stagionali nelle campagne neretine per la raccolta delle angurie

 

Lo scorso anno, dalle colonne di questo settimanale, annunciammo l’avvio da parte del Comune di Nardò di un meritevole progetto, denominato AMICI e finalizzato ad offrire alloggio, vitto e cure mediche agli immigrati stagionali, che ogni anno popolano le campagne neretine in qualità di raccoglitori di angurie, di pomodori, etc.
Tale progetto è stato realizzato, ma, per molti versi, ha rappresentato solo una piccola goccia in un mare fatto di sofferenze e privazioni che circonda questi immigrati stagionali. Chi volesse saperne di più, chi volesse capire qualcosa di più approfondito e veritiero sull’immigrazione dei nord-africani nelle nostre terre, senza basarsi esclusivamente sulle parole spesso volutamente allarmistiche di alcuni politici e di alcuni media, può compiere un breve tragitto ed inoltrarsi nelle campagne che circondano le piantagioni di angurie nei dintorni di Nardò. Sotto gli uliveti troverà uomini che vivono nelle tende, soffrono spesso la sete, il flagello delle zanzare, il caldo soffocante. Sono degli onesti lavoratori africani che, abbandonata la loro terra natia, sono venuti in Italia alla ricerca di fortuna e, giunti a Nardò, si sono arrangiati alla meglio, non potendo essere ospitati ed assistiti, come altri, nella masseria Boncuri, sede del progetto AMICI. Questi lavoratori, vivono del poco che guadagnano e degli aiuti forniti da alcuni volontari neretini. Alcune associazioni ed alcuni privati cittadini si sono infatti adoperati per procurare loro acqua, spray contro le zanzare e cure mediche basilari. Piccole cose, che tuttavia hanno una grande importanza per queste persone e soprattutto testimoniano lo spirito di accoglienza di un intero paese capace di mobilitarsi per soccorrere i più deboli, senza limitarsi ad indicarli come la semplice causa di tensioni, atti criminali etc.
Questo piccolo angolo d’Africa alle porte di Nardò, sia dunque per tutti, neretini e non, uno spunto a non giudicare troppo affrettatamente gli stranieri, tralasciando quella xenofobia di tutti giorni che, soprattutto negli ultimi anni, ha preso piede in modo spesso acritico ed indiscriminato.

 

Alessio Palumbo