La metropolitana di superficie protagonista dell’ultimo Consiglio comunale, nel corso del quale è stata ribadita la volontà da parte dell’amministrazione di avviare il servizio in tempi brevi
“Il filobus si farà e alla fine non è nemmeno così in ritardo”. È l’istantanea scattata dalla maggioranza di Palazzo Carafa nel Consiglio comunale in cui, per volere dell’opposizione, si è discusso della controversa infrastruttura leccese. “Un’opera che scontenta tutti -ha chiosato il sindaco di Lecce, Paolo Perrone (nella foto)– ma che un buon amministratore ha ormai il dovere morale di portare a termine”. Nel faccia a faccia sulla filovia, però, non sono mancate le sorprese come quella dell’assessore Giuseppe Ripa, secondo cui, nonostante il ritardo, “Lecce, tra le sette città in cui è stato finanziato il filobus, resta l’unica ad avere terminato l’opera”.
Ma andiamo con ordine. Ad attaccare sul ritardo (arrivato ormai a oltre 1.350 giorni) è stato il capo dell’opposizione cittadina Antonio Rotundo. Nel suo intervento d’apertura Rotundo ha ripercorso le proroghe concesse dall’Amministrazione ai privati chiedendo anche conto delle spese che intanto sono lievitate: 830 mila euro che da 7 anni il Comune di Lecce paga. “Ora che ci è decisi a farlo partire -ha continuato Rotundo- la Sgm ha già messo le mani avanti, dicendosi pronta ad recedere dal contratto di gestione se entro un anno il filobus non darà i risultati sperati”. Più dura a Francesca Mariano: la consigliera di Io Sud ha attaccato frontalmente il sindaco, che da sempre si dice estraneo all’operazione filobus “ereditata” da Adriana Poli Bortone, rammentandogli che l’impegno per “Lecce città della mobilità sostenibile” era tra i punti cardine della sua campagna elettorale. “Eppure -ha concluso la Mariano- nulla è stato fatto sinora per ridurre l’impatto ambientale e migliorare la viabilità”.
Sulla questione ritardi però Ripa non intende portare da solo la croce ed oltre a prendersela con le aziende (con cui è in corso un contenzioso da 5 milioni e mezzo di euro) punta il dito anche sulla Regione Puglia che ha finanziato l’opera senza aver contemplato i servizi minimi, ovvero il contributo previsto per i trasporti pubblici. Quella del filobus, insomma, sarebbe una stella nera. Una vicenda “nata male”, secondo Perrone, “perché non ci si è posto il problema di cosa se ne sarebbe fatto dopo la realizzazione”. Tuttavia, Perrone ha anche ribadito: “Avrei fatto altre scelte, ma è un dovere morale farlo partire e fare di tutto per farlo funzionare”.
Alessandra Lupo