Cerca

Otranto, un patrimonio inestimabile

Dal 16 luglio il borgo antico di Otranto è ufficialmente patrimonio culturale dell’Unesco. Un percorso durato oltre vent’anni che ha portato al prestigioso riconoscimento per la Città dei Martiri, grazie alla sua ricchezza artistica a al suo essere da sempre crocevia di culture differenti. Altri siti come il Barocco leccese e la vicina Grotta dei Cervi attendono di poter entrare nella “World Heritage List”, a testimonianza dell’inesauribile ricchezza del nostro Salento 
 
Il borgo antico di Otranto è ufficialmente patrimonio culturale dell’Unesco in qualità di sito messaggero di pace. Dietro ad un titolo prestigioso, si nasconde l’intreccio di storia e di storie, che si perdono nel tempo e che raccontano di un intenso percorso e di un riconoscimento a lungo atteso. L’opera meritoria del Club Unesco, piccolo sportello in loco della Federazione nazionale, ha comportato un risultato senza precedenti, come sottolineato in maniera unanime dalle istituzioni: un obiettivo raggiunto, come evidenziato dalla Divisione Cultura dell’Unesco, per l’abilità con cui nella documentazione storica si è dimostrata la vocazione culturale alla pace della città, nelle varie epoche, e la sua naturale propensione all’incontro tra mondi differenti. 
Ma l’obiettivo di questo riconoscimento, ad Otranto, si è coltivato a lungo, sin da quando un grande architetto, Renzo Piano, lavorò alla stesura del Pug, evidenziando con la sua abilità le plurime ricchezze della “perla del Salento”. Nelle amministrazioni comunali, avvicendatesi dagli anni ’80, è cresciuta poi una sensibilità culturale, tesa a focalizzare l’attenzione sul valore complessivo o singolo dei monumenti otrantini dal mosaico pavimentale della Cattedrale, oggetto di studi e di continue ricerche all’esperienza di San Nicola di Casole, cenobio basiliano epicentro di cultura nel Medioevo. Si tentò anche con la Provincia di Lecce di ottenere il riconoscimento spostandolo sul patrimonio archeologico della Grotta dei Cervi, la “Cappella Sistina” della preistoria. Poi, tre anni fa, diversi esponenti del mondo delle istituzioni e della cultura sottoscrissero un appello mediatico ed ideale per il riconoscimento del mosaico di Otranto come patrimonio dell’umanità. 
Ma la svolta è arrivata dal basso. Il Club Unesco di Otranto parte in sordina, raccogliendo l’eredità del comitato “Pro Albero della vita”, nato con l’obiettivo di promuovere la salvaguardia e la cura dei beni cittadini, con speciale riguardo per l’opera musiva: nell’estate 2008, grazie ad una fitta corrispondenza con l’Unesco nazionale e con il vicepresidente, Antonio Ruggero, il Club prende vita con una presentazione nel Castello aragonese e la ratifica ufficiale d’iscrizione alla Federazione italiana e mondiale il 9 settembre a Firenze. Enrico Risolo viene eletto presidente del Club otrantino, avviando un’attività costante di promozione dei temi cari all’Unesco, dalla pace all’attenzione ai diritti umani, con convegni ed incontri culturali, ed elaborando un percorso ragionato per ottenere il riconoscimento prestigioso per la città. 
Nell’analisi, fatta all’interno del Club, sulla base della presa di posizione dell’Unesco mondiale di privilegiare l’attribuzione del titolo di patrimonio dell’umanità a realtà di aree extraeuropee, si è ritenuto opportuno lavorare per veder riconoscere Otranto come “patrimonio culturale mondiale, in qualità di Sito Messaggero di pace”. Nella documentazione storica, si cerca di riscoprire il ruolo centrale della Città dei Martiri nelle diverse epoche, ma in particolare negli sbarchi di albanesi degli anni ‘90, come centro di una cultura di accoglienza e simbolo di quel Salento che raccolse il tributo del mondo nell’ideale candidatura al Premio Nobel per la Pace. Il Club ha raccolto per vivacità l’attenzione e l’ammirazione della Federazione nazionale. Nei primi mesi del 2010, la documentazione è stata completata e presentata agli organi federativi, che l’hanno studiata e ed esaminata: l’8 aprile 2010, in occasione del convegno nazionale dell’Unesco, la presidentessa italiana, Maria Luisa Stringa, insieme al Consiglio, ha espresso parere favorevole alla richiesta. Al Comune di Otranto, però, è stato richiesto un atto ufficiale di impegno per proseguire nella promozione dei temi della pace e dell’accoglienza, che arriva nel Consiglio comunale del 25 maggio 2010. A fine giugno, è partita la documentazione in allegato alla richiesta. La Divisione per la Cultura dell’Unesco, con procedimento del tutto speciale, nella tempistica e nella formulazione, riconosce il 16 luglio il borgo antico (e non un solo monumento) di Otranto come sito messaggero di pace e patrimonio culturale dell’Unesco.
 
Mauro Bortone