L’appello di alcune associazioni poggiardesi per domenica 3 dicembre. Una firma per contrastare la nascita della struttura prevista tra Giuggianello e Sanarica
A Poggiardo c’è preoccupazione per l’installazione di un nuovo impianto di trattamento rifiuti nella zona P.I.P. tra Sanarica e Giuggianello, non lontano dal biostabilizzatore che spesso è stato al centro delle cronache per disagi e timori su potenziali danni alla salute.
Per questo le associazioni Pharos, Pensare Insieme, Protezione Civile Poggiardo Vaste odv, Rioniamo, Eventi9 hanno deciso di costituire un “Coordinamento Civico per la difesa di Ambiente e Salute” per opporsi con ogni azione opportuna alla realizzazione di questo nuovo impianto, destinato alla lavorazione di rifiuti inerti e allo smaltimento di rifiuti anche pericolosi. La struttura dovrebbe nascere nella zona P.I.P. Sanarica-Giuggianello, dopo la determina provinciale n. 1665 del 16/10/2023.
“Tale impianto – spiegano le associazioni in un volantino che sta circolando a Poggiardo e Vaste – impatterebbe negativamente sul nostro benessere e sulla nostra salute e costituirebbe un ulteriore affronto alla nostra comunità che da circa trent’anni subisce notevoli disagi in termini sanitari, economici e sociali per la presenza di discariche ed impianti vari”.
Le associazioni ideatrici del comitato hanno così proposto alle altre associazioni ad aderire al Coordinamento Civico, e a loro e a tutti i cittadini, anche non residenti, è stato lanciato un invito a firmare la petizione popolare promossa dal Comitato “Giuggianello non è inerte”; l’appuntamento è domenica 3 dicembre, a partire dalle ore 9.30, in Piazza Umberto I a Poggiardo, “per dire ‘no’ tutti ‘insieme’ ed impedire che quel nuovo impianto si realizzi contro la volontà degli abitanti del territorio e senza che il Comune di Poggiardo venisse mai coinvolto in sede di Conferenza dei Servizi”.
Nel frattempo, in linea col sentimento popolare, anche l’Amministrazione Comunale di Poggiardo, dopo quella di Giuggianello, ha deciso di ricorrere al T.A.R avverso la determina provinciale che ha dato il via libera alla fattibilità dell’impianto che, qualora dovesse entrare in fuzione, lavorerebbe rifiuti inerti quali scarti edilizi, la cui frantumazione provocherebbe emissioni di polveri potenzialmente dannose, e 22 tipologie diverse di rifiuti pericolosi quali rifiuti agrochimici, toner per stampa esauriti, adesivi e sigillanti di scarto contenenti solventi organici, scarti di olio minerale per motori, ingranaggi e lubrificazione, clorurati, imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze, rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni contenenti sostanze pericolose, batterie, apparecchiature contenenti clorofluorocarburi e altro.