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Nuovi sviluppi per il caso “via Brenta”

Disposti gli arresti per il dirigente comunale Giuseppe Naccarelli insieme all’imprenditore Pietro Guagnano della Socoge a Vincenzo Gallo della SelmaBipiemme. Botta e risposta intanto tra Paolo Perrone e Antonio Rotundo sulla vicenda

Un prezzo di oltre 13 milioni di euro per il Comune a fronte di un costo di costruzione di soli 2 milioni e 900mila euro per l’intero complesso edilizio. Di tanto sarebbe stato gonfiato il valore dei palazzi di via Brenta secondo la Procura di Lecce che martedì scorso ha dato un giro di vite all’indagine sul leasing milionario del Comune di Lecce, disponendo l’arresto del dirigente comunale Giuseppe Naccarelli insieme all’imprenditore edile Pietro Guagnano e a Vincenzo Gallo, uno dei responsabili di SelmaBipiemme Leasing.
Dopo i provvedimenti amministrativi e la polemica politica, la svolta clamorosa dunque per l’indagine che pende ormai da anni su Palazzo Carafa. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere decisa dal gip Ercole Aprile per Naccarelli, arrestato mentre era al suo posto di lavoro e con la motivazione che nel suo caso esiste il rischio di inquinamento delle prove, è una delle conseguenze immediate del lavoro degli inquirenti che ora scavano per sapere chi e quanti furono i registi dell’operazione. Il leasing da 2 milioni e mezzo di euro l’anno per un costo di acquisto fissato in 35 milioni di euro e ritenuto dagli investigatori troppo alto ipotizza per Naccarelli (che ai tempi si occupò dei documenti che diedero per il Comune di Lecce il via al contratto di leasing) il reato di falso in atto pubblico e concorso in truffa. Agli arresti domiciliari sono invece finiti l’imprenditore edile leccese Pietro Guagnano, amministratore della Socoge, la società che ha costruito i due palazzi, e Vincenzo Gallo, responsabile direzione sviluppo mercati e prodotti di SelmaBipiemme Leasing, la società milanese del gruppo Mediobanca attuale proprietaria degli immobili. Entrambi sono accusati di truffa.
Negli immobili oggetto dell’indagine condotte dal pm Imerio Tramis sono ospitati gli uffici della giustizia civile. I contratti di affitto per i due immobili risalgono al 2000 e al 2003, quando l’amministrazione cittadina era guidata da Adriana Poli Bortone, ex An, oggi leader del movimento Io Sud. Il Comune subentrò nel contratto di leasing che era stato aperto dal costruttore con la società milanese tramite una determina di Naccarelli, all’epoca dirigente del settore economico e finanziario, a un costo di acquisto fissato in 35 milioni di euro: una iniziativa, quella dell’ente locale, che -secondo gli investigatori- avrebbe favorito il costruttore ma anche la società pagando un prezzo eccessivo per gli immobili. Nei mesi scorsi l’attuale sindaco di Lecce, Paolo Perrone, ha disposto una ‘superperizia’ per verificare la reale portata che il contratto avrebbe dovuto avere e ha deciso di sospendere il pagamento delle rate di leasing perché ritenute troppo onerose per un contratto ‘fuori mercato’.
La questione ha infiammato per settimane il dibattito politico, con una serie di accuse tra Perrone e Adriana Poli Bortone, ma anche con il centro sinistra che nel Consiglio comunale monotematico su via Brenta aveva chiesto con un apposito ordine del giorno l’annullamento immediato del contratto di leasing e la sospensione del dirigente. Per questo all’indomani dell’arresto, il capo dell’opposizione comunale Antonio Rotundo, che aveva accusato il sindaco di incoerenza, ribadisce “se ci avessero dato ascolto il dirigente non sarebbe stato arrestato”. Il botta e risposta col primo cittadino intanto va avanti: per Perrone centrosinistra ed Io Sud convergono nel “non voler affrontare il problema”. Il riferimento di Perrone è sempre al voto in Consiglio, quando al momento votare per l’ordine del giorno del centro destra, che aspetta gli esiti della consulenza per decidere se richiedere l’annullamento del contratto, il centrosinistra aveva votato no, mentre Io Sud aveva lasciato l’aula. 

 

Alessandra Lupo