Per la serie, prevenire è meglio che curare: per proteggere facciata e turisti al seguito, arriva la “mantovana”
I turisti, di passaggio, alzano ancora gli occhi al cielo. Quello che vedono, però, è una gru al lavoro già da qualche giorno. Lo sguardo malinconico è visibile, soprattutto nei leccesi, così affezionati a quello splendore, simbolo di Lecce. Eppure, come accade per le malattie umane, Santa Croce dovrà guarire e, per farlo, in campo ci sono tutte le sinergie possibili.
Nel giro di una settimana, l’impalcatura definita “mantovana”, andrà a coprire la basilica, per evitare rischi e pericoli per i passanti. Non si tratta di un lavoro semplice da svolgere, così come ha detto anche lo stesso titolare dell’impresa incaricata dei lavori, Valentino Nicolì dell’omonima ditta di Lequile. La struttura servirà a proteggere la basilica e gli stessi cittadini da eventuali cadute di pezzi, almeno fino a che il restauro vero e proprio non avrà inizio. Il pericolo cedimento, anche se remoto, c’è. E non si possono correre rischi, soprattutto se dettati dall’imprudenza. La facciata barocca, così, sarà messa in sicurezza con la “mantovana”, una rete metallica che serve da protezione.
La tecnica è nota ai monumenti italiani, diffusa per interventi di questo tipo. La bellissima facciata barocca resterà comunque visibile, e a giovarne potranno essere ancora in tanti. In estate si sa, i ritmi si rallentano e le grandi decisioni, puntualmente, vengono rimandate. Fatto sta che, su Santa Croce, sono tutti d’accordo. Si deve subito provvedere a risolvere la situazione, per il bene della comunità e dei visitatori. E mentre la “mantovana” proteggerà la basilica e i suoi visitatori almeno per tutto il mese d’agosto, a settembre dovrebbe essere previsto il restauro. I fondi sarebbero stati già individuati e indispensabile è aspettare che la parentesi estiva volga a termine.
L’obiettivo adesso è garantire che almeno per la festa dei santi patroni leccesi alla fine del mese la situazione sia normalizzata, considerata la mole di turisti che in quei giorni popoleranno il capoluogo salentino. E poi la facciata barocca non potrà a lungo restare coperta, anche se parzialmente. Ecco perché, nonostante il fermo “agostano”, i lavori procedono e si studiano le migliori soluzioni del caso. Perché in fondo, come ha ricordato il primo cittadino, Paolo Perrone, “Santa Croce è un pezzo di cuore leccese, e se si frantuma, il dolore è collettivo”.
Barbara Politi