Un’interrogazione del consigliere regionale Aurelio Gianfreda ha posto l’attenzione sulle carenze dell’ospedale cittadino e come gli apparecchi acquistati giacciano inutilizzati
Storie di ordinaria sanità. Il consigliere regionale dell’Idv, Aurelio Gianfreda, presenta un’interrogazione urgente al presidente del Consiglio regionale, Onofrio Introna. Era il lontano luglio 2009 quando il dirigente dell’Unità Operativa Semplice di Oculistica, Fernando De Carlo, pensò bene di richiedere all’allora Direttore Sanitario del “Santa Caterina Novella”, Giuseppe De Maria, e al direttore amministrativo, Luigi Muci, un apparecchio per la Tomografia a Coerenza Ottica indispensabile per la diagnosi delle malattie della retina e del nervo ottico. L’apparecchio aveva un costo di circa 50mila euro così si optò per il noleggio. Senza gravare sulle casse della Asl, sia chiaro, perché l’esame è a carico totale del paziente. Tutto bene? Non proprio. Intanto, nel gennaio dello scorso anno la Asl decide di acquistare -crepi l’avarizia- sia l’apparecchio per la Tomografia a Coerenza Ottica che il Fluorangiografo, l’Argon Laser e lo Yag Laser, regolarmente inseriti e finanziati nel piano di investimenti.
Da questo momento una fitta corrispondenza intercorre fra il Direttore sanitario, ma attualmente anche dell’ospedale “Santa Caterina Novella”, Franco Sanapo, e i medici dello stesso ospedale sullo stato di usura e funzionamento di questi apparecchi. E siamo a luglio dello scorso anno. Sanapo apprende che l’apparecchio per la Tomografia a Coerenza Ottica non è in possesso al reparto essendo a noleggio, che il Fluorangiografo, l’Argon Laser e lo Yag Laser, sono inutilizzabili e l’eventuale riparazione costerebbe più dell’acquisto. “Nel frattempo -ricorda Gianfreda- la Asl ha acquistato un Fluorangiografo e un apparecchio per la Tomografia a Coerenza Ottica per il poliambulatorio di Lecce. Il primo giace imballato, da più di un anno, presso il poliambulatorio di Lecce e non si può usare in mancanza di un anestesista. Intanto, l’ospedale di Galatina, in assenza di questi apparecchi, deve ridurre la sua attività chirurgica a vantaggio di altre centri medici privati (Tricase, “Città di Lecce”), e a svantaggio della sanità pubblica. Il secondo non può essere utilizzato in quanto non è inserito nei poliambulatori, dove si dovrebbero smaltire le liste di attesa per le richieste di visite oculistiche. Mi aspetto di sapere quali iniziative intende assumere l’assessore alla Salute per mettere il reparto di oculistica dell’ospedale di Galatina nelle condizioni migliori per operare”.
Maddalena Mongiò