Su via Rapolla l’avvocato Giovanni Pellegrino rilancia le accuse verso la famiglia di Paolo Perrone. Il primo cittadino leccese non intende continuare invece la polemica: “L’ex presidente ha ormai abusato della pazienza di tutti i leccesi”
Tutto era partito via Rapolla, tirando in mezzo anche la famiglia del sindaco che per l’opposizione sarebbe stata agevolata da autorizzazioni edilizie fuori tempo ma dopo varie minacce di querela la questione del Prg si è trasformata in un groviglio tecnico e di principio che si snoda tra gli uffici comunali e quelli della procura di Lecce. Le risposte del primo cittadino sulle norme tecniche d’attuazione del Prg e le relative autorizzazioni rilasciate dall’amministrazione comunale sulle zone residenziali periferiche non hanno infatti convinto la consigliera Pd Angela Maria Spagnolo che questa volta si è rivolta alla procura per scoprire -raccontano in una conferenza cui era presente anche l’avvocato ed ex presidente della provincia Giovanni Pellegrino (patrigno della Spagnolo) ed il capo dell’opposizione Rotundo che il Comune di Lecce non è in grado di stabilire quale delle norme tecniche presenti negli uffici sia quella corretta. A riprova delle proprie dichiarazioni, la consigliera porta infatti la lettera del segretario comunale, secondo cui per comprendere quale copia sia quella giusta bisognerebbe prendere dalla Regione l’intera documentazione e portarla in Consiglio comunale per una nuova ratifica. Il giallo ripercorso da Giovanni Pellegrino, che intanto sulla questione ha anche ricevuto una lettera accusatoria, firmata da sedicenti elettori del Pdl, risale come più volte ricordato all’inchiesta sul comparto 59, quando la Procura sequestrò tutte le copie del documento in cui compariva il famoso trattino al posto della virgola nell’articolo 79 sugli insediamenti artigianali. Copie che contengono una diversa interpretazione anche dell’articolo 72 sulle zone residenziali periferiche (quello che riguarda la scadenza delle lottizzazioni, limite temporale di cui il comune sempre secondo l’opposizione potrebbe non aver tenuto conto rilasciando autorizzazioni edilizie in via Rapolla e non solo, accusano da tempo i consiglieri). Pellegrino chiarisce: che quelle norme abbiano o meno interessato la lottizzazione riconducibile alla famiglia del sindaco, di fatto siamo di fronte ad un paradosso amministrativo che deve essere corretto. Dall’ufficio urbanistico comunale chiariscono però che a prescindere dalle versioni delle norme, fin dai tempi del sequestro, il comune non ha mai rilasciato nessuna autorizzazione in quelle aree interessate dall’interpretazione dubbia, e ritiene che tutti i privati e i professionisti che a vario titolo attingono alle normative che regolano lo strumento urbanistico generale utilizzino le norme tecniche conformi. “Il senatore Pellegrino ha ormai abusato della pazienza non tanto mia, quanto dei cittadini leccesi con questa stucchevole polemica -aggiunge Perrone- su questo terreno non lo seguirò più, avendo cose molto più importanti a cui badare: il governo della città e l’interesse dei suoi abitanti. Senza spazio per le chiacchiere”. Ma a distanza di qualche giorno, Pellegrino, che da amministrativista non sembra disposto a lasciarsi liquidare, torna ad attaccare Paolo Perrone: “Le norme sull’applicazione del Prg che il sindaco di Lecce definisce obsolete -scrive in una nota- sono quelle ritenute vigenti da molti e su cui si basarono anche i suoi parenti nel presentare il piano di lottizzazione su Via Rapolla, impegnandosi ad eseguire a proprie spese la rete fognaria di un intero comprensorio, quando poi presero atto dell’obsolescenza del testo- continua Pellegrino- e della possibilità di utilizzare un testo più recente, rinunciarono a quel proposito chiedendo ed ottenendo permessi edilizi mentre il Comune realizzava a proprie spese la rete fognaria di via Rapolla”.